La sentenza della Cassazione lo aveva punito con 3 anni e 8 mesi per falso aggravato sulla mattanza di Genova. Ilaria Cucchi: "È una vergogna assoluta e solleva interrogativi inquietanti"

Filippo Ferri, poliziotto condannato per la Diaz, è stato nominato questore di Monza

Nel luglio del 2001, Filippo Ferri era capo della squadra mobile di La Spezia e si trovava a Genova per gestire l'ordine pubblico durante il G8. È coinvolto nell'irruzione e nella conseguente "macelleria messicana" alla scuola Armando Diaz. Una sentenza della Cassazione ne ha interrotto la carriera in ascesa. Ma senza fermarla. Dal primo giugno del 2025, a 24 anni da quella che per Amnesty International è stata "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la Seconda guerra mondiale", è stato nominato questore di Monza.

Ferri era stato condannato dalla Cassazione a 3 anni e 8 mesi di carcere e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. È uno degli agenti che, si legge nelle motivazioni della sentenza, "una volta preso atto che l’esito della perquisizione si era risolto nell’ingiustificabile massacro dei residenti nella scuola, invece di isolare e emarginare i violenti, avevano scelto di persistere negli arresti creando una serie di false circostanze".

 

Svestita la divisa, è stato assunto dal Milan come consulente per la sicurezza. Tra i suoi compiti, c'è stato anche quello di fare da "tutor" a Mario Balotelli e gestire gli eventuali eccessi fuori dal campo del centravanti bresciano. Negli ultimi anni, è stato dirigente della polizia ferroviaria lombarda, prima del nuovo incarico come massima autorità di pubblica sicurezza a Monza. 

"La nomina di Filippo Ferri a questore di Monza è una vergogna assoluta e solleva interrogativi inquietanti", ha commentato la senatrice di Alleanza verdi sinistra Ilaria Cucchi, che ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi. "In Italia chi ha una condanna non può partecipare ai concorsi pubblici, ma può diventare questore. Affidare la sicurezza di una città a chi ha disonorato la divisa – conclude Cucchi – significa legittimare una cultura dell’impunità. Non permetteremo che venga cancellato il dolore delle vittime del G8."

 

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