Nel grande dramma dei femminicidi, oltre alla lunga lista di donne uccise da mariti, fidanzati o ex compagni, c’è anche un altro numero da prendere in considerazione: sono oltre 3.500 i minorenni diventati orfani dopo la morte della propria madre per mano di un uomo. Lo ha riferito la presidente dell’Osservatorio nazionale indipendente sugli orfani di femminicidio, Stefania Bartoccetti, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Parole che arrivano all'indomani di altri due casi: il primo ad Afragola, con la morte della quattordicenne Martina Carbonaro ucciso dall'ex fidanzato di 19 anni. Il secondo, scoperto oggi - 29 maggio - a Torino, dov'è morta una donna (Fernanda Di Nuzzo) di 61 anni, accoltellata dal marito di fronte alla figlia.
“Gli orfani speciali fino a poco tempo fa apparivano soggetti assolutamente invisibili in termini di numero”, ha sottolineato Bartoccetti. “Non esiste un albo che li possa raccogliere, e la possibilità di avere una raccolta dati puntuale e costante. Noi negli ultimi anni siamo riusciti con un'indagine giornalistica a raccogliere le notizie delle donne morte per omicidio e da lì a ricostruire il numero degli orfani speciali, che sono nell'ambito di quelli considerati minorenni superiori a 3.500 in Italia".
Nell'audizione è stato anche sottolineato come gli orfani speciali siano bambini e bambine che “spesso per anni hanno vissuto la violenza assistita, hanno sentito per tanto tempo le urla del padre contro la madre, hanno visto situazioni terribili nelle loro case”. “Assistere e rimanere improvvisamente soli, privati della loro madre, è un'esperienza veramente traumatica", ha osservato Bartoccetti, “crediamo che oltre al sostegno legale, psicologico e di accompagnamenti lunghi che vadano nella direzione della cura, un altro aspetto fondamentale sia poter garantire loro un percorso di studi certo”.