Non è un fotomontaggio e neppure un'opera d'arte alla Salvador Dalì. In teoria, la strada curvilinea – molto curvilinea – nella foto dovrebbe servire a rallentare il traffico cittadino della piccola Cassano d'Adda, comune da 20mila anime alle porte di Milano, attraversata da una strada parecchio trafficata, la provinciale 11, che collega il capoluogo lombardo a Bergamo. In pratica, automobilisti e ciclisti rischiano quotidianamente lo scontro.
Dopo un anno di riflessioni e complessi studi di progettazione, la giunta di centrodestra – guidata dal leghista Fabio Colombo, ha partorito la nuova via Vittorio Veneto, ovvero la strada principale del piccolo paese, nello sconcerto generale della cittadinanza e al costo monstre di 665mila euro, cifra accollata alla Regione Lombardia, ovvero ai contribuenti pubblici.
Le linee ondulate sono state dipinte settimana scorsa e, scoperto il percorso a ostacoli, la popolazione non l'ha presa benissimo. L'opposizione del Pd, invece, non ha perso occasione per far notare l'assurdità del nuovo percorso: "Questa strada è un pericolo per ciclisti e pedoni".
"Il problema non è tanto la segnaletica orizzontale, costretta a seguire l’andamento irregolare della sede stradale, quanto la morfologia stessa della carreggiata – dice Giulia Lonati, consigliere comunale del Pd -. Le cosiddette "onde" di moderazione del traffico, invece di rallentare i veicoli, peggiorano la situazione: sono troppo ravvicinate e uniformi, rendendo la guida scomoda ma inefficace. I veicoli quindi, per evitare le curve, proseguono a velocità sostenuta invadendo spesso le due piste ciclabili, creando situazioni di sovrapposizione pericolosa con i ciclisti (anche in senso contrario)". E continua raccontando: "I ciclisti, a loro volta, sono costretti a invadere lo spazio pedonale per evitare le auto. Insomma sembra proprio un tentativo - maldestro e per nulla riuscito - di emulare progetti di strade e zone a lenta percorrenza realizzati in alcune città europee. Le onde avrebbero dovuto essere irregolari, meno numerose, allungate e integrate con dissuasori (arredi o elementi fisici) per imporre una guida lenta e sicura".
La fotografia è di Marcello Granatelli