La Francia è pronta a guidare la battaglia europea contro i capi usa e getta. Il Senato ha adottato oggi, 10 giugno, una proposta di legge destinata a limitare la crescita incontrollata del fast fashion, con particolare attenzione rivolta alle aziende che applicano un modello produttivo ultra-rapido e a basso costo.
Il testo, presentato dalla deputata Anne-Cécile Violland, è stato già approvato un anno fa dall’Assemblea Nazionale e oggi è stato sottoposto a una votazione formale nella Camera alta. Agnès Pannier-Runacher, ministra della Transizione ecologica, ha definito la proposta “ambiziosa”, un primo passo verso una regolamentazione più ampia a livello europeo. La legge introduce misure concrete per responsabilizzare i grandi operatori del settore. Chi produce abbigliamento inquinante dovrà pagare un contributo ambientale proporzionato, che potrebbe arrivare a 10 euro per articolo entro il 2030. Inoltre, sarà vietata ogni forma di pubblicità legata alla moda ultra-rapida, comprese le sponsorizzazioni affidate agli influencer, che potranno essere sanzionati in caso di promozione diretta. Le piattaforme di vendita online dovranno informare i consumatori sull’impatto ambientale dei capi acquistati.
Una delle novità che ha fatto più discutere riguarda l’introduzione di una tassa – compresa tra 2 e 4 euro – su ogni piccolo pacco spedito da aziende con sede fuori dall’Unione europea.
Dopo il passaggio al Senato, il testo sarà esaminato da una commissione mista di senatori e deputati, con l’obiettivo di arrivare a una versione definitiva condivisa, attesa per l’autunno. La Francia si candida così a diventare uno dei primi Paesi europei a legiferare in modo deciso contro i meccanismi più dannosi della fast fashion, aprendo la strada a un possibile intervento coordinato a livello continentale.