L'anno scorso l'Espresso pubblicava le frasi choc del dottor Alfano, primario di chirurgia plastica e capo della scuola di specializzazione di Salerno. Venne sospeso e aperta un'indagine della procura di Salerno. Ora il periodo di sospensione è terminato e, secondo l'università, senza le prove fornite dalla magistratura non c'è altra soluzione che reintegrarlo. Il rettore non risponde alle domande dell'Espresso. Ma è uno schiaffo ai medici che hanno preso coraggio e fatto denuncia

Torna in corsia il prof che voleva mandare i gay nei forni crematori

Il professor Carmine Alfano, già primario di Chirurgia Plastica dell'Ospedale Universitario di Salerno, il San Giovanni e Ruggi d'Aragona, lo stesso professore che un anno fa fu sospeso dall'incarico per via dei gratuiti insulti ai medici specializzandi e attualmente sotto indagine della Procura per concussione, truffa ai danni dello Stato e falso ideologico, sarà reintegrato da domani, mercoledì 25 giugno. Riprenderà il suo posto in corsia e in cattedra. Nonostante sulla sua testa penda un fascicolo in Procura per via di reati che sarebbero stati da lui commessi in ambito assistenziale come il salto lista, utilità politiche ed economiche in cambio di facilitazione ad interventi, operazioni sanitarie illegittime compiute in regime pubblico o intramoenia, a un anno esatto dalla sospensione riprenderà regolare servizio all'ospedale universitario di Salerno. Con buona pace di colleghi e specializzandi che avevano preso coraggio e avevano denunciato le malefatte del professore confidando nella Giustizia, confidando nel valore della formazione universitaria e nelle istituzioni tutte. Per carità, il professore Alfano avrà tutte le sue buone ragioni e la Procura confera di stare ancora indagando (quindi non c'è alcuna sentenza) ma tornare in servizio nello stesso dipartimento da cui è stato allontanato per aver vessato studenti (inoppugnabili perché confermati dagli audio choc diffusi da L'Espresso) e commesso reati (a quanto ipotizza la Procura) ai danni dell'Ssn non è esattamente ciò che una persona potrebbe definire “una storia a lieto fine”. Le ripercussioni potrebbero essere pesanti e la pezza potrebbe essere peggiore del buco. Così, mentre il clamore è tutto concentrato sulla sospensione del medico Sica di Tor Vergata che insulta e schaffeggia in sala operatoria, e l'ordine dei medici si indigna e promette che non metterà più iede in sala operatorie, laddove le luci della ribalta si spengono, in sordina, il professore dal curriculum discutibile, torna nella «sua scuola» senza fare un plissé.

 

Ma riavvolgiamo il nastro. Era stato l'Espresso, il 18 giugno 2024, a pubblicare per primo gli audio choc del professore, nei quali insultava i medici specializzandi, li terrorizzava e li minacciava, li sfotteva perché omosessuali e quindi da «infilare in un forno crematorio». Gli stessi medici in formazione, esasperati dalla situazione e dalle continue vessazioni, avevano preso coraggio e inviato l'intera documentazione all'Associazione Liberi Specializzandi, Als, che si era poi rivolta a l'Espresso, che aveva pubblicato i video ed effettuato ulteriori inchieste sull'attività non trasparente di Alfano. Era poi emerso che il dottore visitava e operava amici e clienti facoltosi, fra cui anche un magistrato, facendo far saltare loro la lista d'attesa. Lì, in attesa, restavano invece pazienti che dopo una neoplasia attendevano una ricostruzione plastica.

 

Nei giorni scorsi l'Espresso ha appreso che il professor Alfano, nonostante tutto quanto successo, starebbe per essere reintegrato. Mercoledì scorso, il 18 giugno, l'Espresso ha inviato una lettera di spiegazioni al Rettore (uscente) dell'Università, Vincenzo Loia, e venerdì abbiamo ricevuto una laconica risposta della segreteria universitaria con la quale ci informavano che prima o poi avremmo ricevuto una risposta alle nostre domande. Ad oggi nessuna risposta, ma pare che una risposta chiara sia effettivamente stata fornita ad Alfano.

 

Da fonti certe si apprende che a partire dal 25 giugno, con un provvedimento di reintegro dell'Università di Salerno, Carmine Alfano rientrerà nell'azienda ospedaliera universitaria San Giovanni e Ruggi d'Aragona, che ha consentito anche la re-immissione nella struttura complessa e nella scuola di specializzazione. Rientra quindi in servizio, a partire da domani, come docente universitario e, in base alla legge 517 anche come medico operante, poiché il ruolo assistenziale è inscindibile dalla componente didattica e di ricerca di un professore universitario di medicina.

 

Possibile? In un verbale del consiglio di amministrazione dell'Università degli Studi di Salerno, si evince che proprio il rettore Loia la scorsa estate aveva proposto la sospensione a un anno perché le azioni di Carmine Alfano «ledono e pregiudicano l'immagine e il prestigio dell'istituzione accademica» e dando atto di «comportamenti del professore Alfano gravemente lesivi della dignità degli specializzandi della Scuola di Specializzazione di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, violativi del codice etico e di comportamento dell'ateneo, nonché violativi dei doveri e canoni di comportamento dei docenti universitari. Tali condotte risultano discriminatorie e foriere di un clima intimidatorio ingenerato dalle continue minacce del docente. Dalle risultanze istruttorie emergono ipotesi di mobbing o staining nei confronti di alcuni specializzandi». Proprio in quel consiglio di amministrazione, il rettore aveva ventilato la possibilità di destituire il professore qualora si fosse verificata “l'abitualità” di tali atteggiamenti. Ma, dal momento che la Procura di Salerno non ha ancora sciolto la riserva sulle indagini in corso, l'università non si è espressa a tal proposito.

 

Eppure l'Espresso e il Fatto Quotidiano hanno scoperto e raccontato che il professor Alfano era temuto e aveva lasciato un pessimo ricordo di sé nella scuola di formazione a Perugia dove pende un altro procedimento giudiziale con l'azienda ospedaliera. Alfano, infatti, era già stato sotto inchiesta a Perugia per truffa, dopo aver incassato per anni lo stipendio con vincolo di esclusiva (253mila euro l’anno), mentre operava anche in due cliniche private. Il processo penale è finito in prescrizione, quello civile ha stabilito che il medico deve risarcire l’azienda ospedaliera. Ma non si è ancora chiuso. Anche a Perugia non mancano gli esposti e le segnalazioni da parte di colleghi e medici specializzandi alle autorità preposte.

 

Alla stampa il direttore generale del Dipartimento di Medicina e Chirurgia Annibale Puca dell'ospedale di Salerno commenta: «Alfano in quanto primario è dipendente dell'ospedale e il suo reintegro come chirurgo dipende dall’azienda ospedaliera. Sul fronte universitario e della formazione invece posso dirle che finché  sarò io il direttore del Dipartimento Alfano non sarà coordinatore della scuola, almeno fino a quando la Procura non chiarirà se i suoi comportamenti sono stati legittimi o da perseguire. Se me lo chiede le dico che è evidente che non sono contento». 

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