Attualità
11 luglio, 2025Il vicino di banchina, lo Yacht Club Savoia, si “vendica” proponendo il gemellaggio a Team New Zealand
È scattata ieri la 38° America’s Cup, due anni prima dell’inizio delle regate. Con una rivalità tutta italiana. Ovvero, il tifo contro, il dispetto, il gusto di mettere i bastoni tra le ruote al vicino. È uno dei segreti del Palio di Siena dove anche lo scorso 2 luglio il coro della vittoria dei contradaioli dell’Oca, appena tagliato il traguardo, ha preso di mira gli storici nemici della Torre. Primo, sfottere i perdenti o danneggiare gli avversari. Secondo, festeggiare. Adesso c’è un nuovo duello, il duello del vento che coinvolge i circoli velici di Napoli.
Il Reale Yacht Club Canottieri Savoia (Ryccs) e il Circolo del Remo e della Vela Italia (Crvi), divisi da una rivalità ultrasecolare, sono confinanti, sulla banchina di Santa Lucia. Associazioni esclusive, di eleganza infinitamente superiore ai circoli romani, prettamente maschili come purtroppo usa, con il pregio impagabile di essere collocati nel posto più bello del mondo: davanti a Castel dell’Ovo, i soci escono in barca e dopo una virata sono in mare aperto con il Vesuvio a sinistra, Capri di fronte e la città alle spalle. Si veleggia in Paradiso.
Ieri Luna Rossa, la barca italiana che per la prima volta regaterà in casa nell’Americas’ Cup del 2027 (si gareggia ogni tre anni) portata a Napoli dal sindaco Gaetano Manfredi e dal governo, ha annunciato che il suo circolo velico di riferimento sarà il Circolo Italia. Il guidone del CRVI sventolerà in mondovisione insieme al Tricolore delle Repubbliche marinare sul monoscafo con le ali che sfreccia a 55 nodi (100 km/h). Al Savoia non l’hanno presa bene. Rischiano due anni di sofferenza pura, tra presentazioni, feste, preparativi, ritorno d’immagine, vip, sponsor, lustrini e soddisfazioni sportive. Tutto a due passi di distanza. Un incubo.
Come perdere la finale di Champions League in un derby. L’amministratore delegato di Luna Rossa Max Sirena e il presidente del Crvi Roberto Mottola di Amato (entrambi i presidenti dei circoli hanno tre cognomi, come nei film di Fantozzi) hanno presentato ieri il “fidanzamento” ufficiale che secondo la tradizione dell’America’s Cup (176 anni di storia) porterà il Circolo Italia - e non l’armatore, non la barca - a lanciare la sfida al Royal New Zealand Yacht Squadron, il club di Team New Zealand, detentore della Coppa. Al Savoia non potevano accontentarsi del rosicamento e sono cominciate subito le grandi manovre di disturbo. Nei conciliaboli volanti si è deciso di sottolineare, per farlo arrivare alle orecchie degli organizzatori, la tendenza di Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada ed armatore di Luna Rossa, a cambiare partner per la competizione come calzini. Dal 1997 a oggi, quattro diversi circoli: Yacht Club Punta Ala, Yacht Club Italiano (Genova), Circolo della Vela Sicilia (Palermo) e l’ultimo il Crvi. È un comportamento sportivo?
Bertelli ha spiegato proprio ieri, nella sua dichiarazione, “di voler favorire l’alternanza tra diverse realtà del nostro Paese”. Ma sta partendo in queste ore una mail, ben più densa di significati, verso Auckland all’indirizzo di posta elettronica del Royal New Zealand Yacht Squadron: “Cari kiwi, in vista delle regate del 2027, vi offriamo il gemellaggio con il nostro Yacht Club. Siamo a disposizione per qualsiasi vostra necessità”. La lettera è sul tavolo del presidente Fabrizio Cattaneo della Volta per la firma. Ed è subito guelfi e ghibellini. I quartier generali di New Zealand, Luna Rossa e delle altre imbarcazioni sarà a Bagnoli. Lì ci saranno gli equipaggi, le barche, lì verranno custoditi i segreti, lì nasceranno le strategie.
Nel centro di Napoli si svolgeranno le manifestazioni di contorno e i circoli non saranno protagonisti dell’aspetto tecnico, dello spettacolo sportivo. La loro rivalità è un gioco nel gioco molto più grande di un evento sportivo planetario e il più importante nella vela. Ma può accadere l’impensabile: Luna Rossa vince l’America’Cup e la coppa d’argento, detta Auld Mug (“vecchia tazza” in scozzese), verrebbe conservata nelle sale del Crvi. “Adda passà a nuttata”, è lo spirito di Eduardo, ma per i confinanti soci del Savoia una notte lunga tre anni può essere troppo.
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