Attualità
14 luglio, 2025Dopo 16 anni di processo, la Corte d’appello di Roma ribadisce che contro lo scrittore e la giornalista Rosaria Capacchione furono pronunciate intimidazioni aggravate dal metodo mafioso
È arrivata la conferma definitiva: Francesco Bidognetti, storico boss del clan dei Casalesi, è stato condannato a un anno e mezzo di carcere per aver minacciato lo scrittore Roberto Saviano e la giornalista Rosaria Capacchione, insieme al suo legale Michele Santonastaso, cui sono stati inflitti un anno e due mesi. I fatti risalgono al 2008, quando, durante il processo Spartacus, in aula venne letta una lettera intimidatoria indirizzata ai giudici, contenente pesanti accuse nei confronti dei due cronisti, colpevoli – secondo i boss – di aver contribuito con i loro articoli alle condanne.
La Corte d’appello di Roma ha confermato la sentenza di primo grado, riconoscendo anche l’aggravante del metodo mafioso. Saviano, che già dal 2006 vive sotto scorta per le minacce ricevute dal clan dei Casalesi, ha commentato commosso: "Mi hanno rubato la vita". "Sedici anni di processo non sono una vittoria per nessuno - ha aggiunto - ma ho la dimostrazione che la camorra in un'aula di tribunale, pubblicamente, ha detto che è l'informazione a mettergli paura". "I boss con i loro avvocati firmarono un appello dove - conclude lo scrittore - misero nel mirino chi raccontava il potere criminale. E non attaccarono la politica, ma il giornalismo, insinuando che avrebbero ritenuto i giornalisti responsabili delle loro condanne. Non era mai successo in un'aula del tribunale in nessuna parte del mondo".
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