Attualità
1 agosto, 2025La nota dell'associazione anti-abortista all'indomani della morte di Martina Oppelli, la 50 enne malata di sclerosi multipla che in Svizzera ha avuto accesso al suicidio assistito. Nel suo ultimo messaggio donna ha chiesto ai parlamentari di fare "una legge sensata" sull'eutanasia
"Ogni suicidio è, sempre, una immane tragedia, una sconfitta per la società. Non esiste oggi sofferenza che non possa essere lenita dalle cure palliative né vita che non possa essere accompagnata alla morte naturale con dignità senza ricorrere all'uccisione del paziente. È grave e triste il fatto che in queste ore la narrazione mediatica sul suicidio assistito di Martina Oppelli, in Svizzera, venga strumentalizzata per fomentare la falsa necessità di una legge che crei procedure statali per il suicidio assistito". A scriverlo è Antonio Brandi, presidente di Pro vita & Famiglia, manifestamente critico nei confronti della notizia del suicidio medicalmente assistito di Martina Oppelli, morta ieri, 31 luglio, in una clinica in Svizzera, dopo anni di sofferenze causate dalla sclerosi multipla. "L'Asl coinvolta ha fatto il suo dovere e, in linea con i requisiti, comunque disumani, fissati dalla Corte Costituzionale, si è giustamente rifiutata di assecondare le intenzioni suicidarie della paziente, la cui sopravvivenza non dipendeva da trattamenti di sostegno vitale".
Poi, l'appello al governo Meloni: "Chiediamo alla maggioranza di centrodestra di non cedere alla pressione di queste vergognose campagne di marketing organizzate da associazioni senza scrupoli sulla pelle di persone fragili e sofferenti, e di rispondere a questo bombardamento ideologico con politiche sanitarie e sociali che rimettano al centro la persona fragile, le sue esigenze, i suoi diritti, garantendo accesso reale alle cure palliative, al sostegno medico e psicologico e all'assistenza di cui oggi centinaia di malati e disabili italiani sono ancora privati".
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