Attualità
19 agosto, 2025A settantun'anni di distanza, le sue considerazioni sul Paese e sull'Europa restano ancora attuali. Astori: "De Gasperi si trovò ad affrontare un mondo in cui l'incendio del Secondo conflitto era appena cessato. Oggi l'incendio divampa"
Il 19 agosto 1954 moriva Alcide De Gasperi, padre della Repubblica e protagonista politico del Dopoguerra. A 71 anni di distanza, la sua eredità politica resta attuale in un Paese che ancora fatica a conciliare crescita economica e coesione sociale. A ricordarlo, nel corso della "Lectio Degasperiana" tenutasi ieri - 18 agosto - a Pieve Tesino, è stato Gianfranco Astori, consigliere del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, giornalista e politico di lungo corso nelle file delle Democrazia cristiana.
De Gasperi non fu solo il leader della Dc e il presidente del Consiglio che traghettò l’Italia fuori dalle macerie della guerra: fu lo statista che comprese prima di altri che la pace e la prosperità non potevano essere garantite senza una solida integrazione europea. E che capì l'importanza di stabilire questa integrazione nel segno dell'antifascismo: "Fu De Gasperi - ha spiegato Astori - che propose il 25 aprile come Festa della Liberazione nazionale. Fu lui che volle che il primo Congresso nazionale della Dc si aprisse a Roma il 25 aprile 1946".
A De Gasperi, ha proseguito Astori, non sfuggiva che "la storia dimostra che nessuna precauzione di ordine costituzionale potrebbe impedire l'avvento della tirannide se una attiva coscienza democratica non è operante nel popolo". Ma in un'Europa che si sta riarmando, ha aggiunto il consigliere del capo dello Stato, si rende attuale anche la questione di una difesa comune europea. E il politico di Pieve Tesino, già decenni fa, propose la creazione di una Comunità europea di difesa (Ced). La comunità non nacque, ma la sola idea dimostrava la sua lungimiranza: "Capiva che negli Stati Uniti si riaffacciava lo spirito isolazionista e che gli americani spingevano per un maggior impegno degli europei alla politica di difesa e che l'Europa non poteva permettersi di dipendere totalmente da loro", intuendo "il problema dell'autonomia strategica europea".
La sua idea di un’Italia ancorata saldamente all’Occidente e al progetto europeo resta una bussola preziosa. "De Gasperi si trovò ad affrontare un mondo in cui l'incendio del Secondo conflitto era appena cessato. Oggi l'incendio divampa. I nodi della storia lasciati insoluti hanno la brutta abitudine di ripresentarsi", ha chiosato Astori.
A ricordare il suo impegno per l'Europa è stato anche il cardinale vicario di Roma, Baldo Reina: "Il sogno di De Gasperi, così come quello di Schumann, Adenauer e tanti altri, era quello di un'Europa che si strutturava attorno alla fede nel Dio di Gesù Cristo. E mi sembra che proprio questa sia oggi la questione cruciale - ha detto il cardinale -. L'Europa non può inseguire solo mere strategie di commercio delle potenze economiche, ma è chiamata a riscoprire sé stessa, le sue profonde radici, la forza della cultura ellenistica, la potenza della fede cristiana, la solidità dell'umanesimo liberale. Sono queste le solide fondamenta che in passato l'hanno resa grande e che oggi potrebbero farle conoscere una nuova stagione, certamente difficile, ma carica di possibilità, di progresso umano e valoriale".
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Il diritto alle vacanze - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 15 agosto, è disponibile in edicola e in app