Attualità
5 agosto, 2025Le eruzioni ravvicinate segnalano un’improvvisa intensificazione dell’attività solare. Ma non si prevedono conseguenze per la Terra, come disturbi a satelliti, gps o comunicazioni
Tra domenica 3 e lunedì 4 agosto, sono stai registrati tre brillamenti solari in meno di 24 ore. Una netta ripresa dell’attività solare, dopo tre settimane di relativa quiete, a cui però non dovrebbe seguire una tempesta. I brillamenti sono eruzioni di energia e materia causate da rotture e riconnessioni delle linee del campo magnetico solare. Quando accadono, rilasciano un’enorme quantità di energia (come decine di milioni di bombe atomiche). Uno di questi brillamenti potrebbe anche aver causato una CME (Coronal Mass Ejection, cioè un’espulsione di massa coronale), ma al momento non si prevede alcuna tempesta geomagnetica per la Terra, quindi non ci sono rischi per satelliti, gps o comunicazioni.
Tutti e tre i brillamenti sono stati classificati di classe M, la penultima in ordine di potenza nella scala che ne misura l’intensità. Gli eventi sono stati osservati rispettivamente alle 16:01 di domenica, e poi alle 07:05 e alle 07:21 di lunedì, a soli 16 minuti di distanza l’uno dall’altro. La loro origine è stata individuata in una zona attiva della superficie del Sole, particolarmente ricca di macchie solari, ovvero aree in cui il campo magnetico è più intenso e la temperatura leggermente più bassa rispetto alle zone circostanti. Questa attività è partita da una regione che negli ultimi giorni ha mostrato una rapida evoluzione della sua struttura magnetica, attirando l’attenzione degli scienziati che si occupano di meteo spaziale.
Anche se i brillamenti solari sono fenomeni estremamente energetici, è bene ricordare che non hanno effetti significativi sul cambiamento climatico. Secondo la comunità scientifica, l’attuale riscaldamento globale è causato principalmente dalle attività umane e dalle emissioni di gas serra, non dall’attività del Sole.
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