Attualità
16 settembre, 2025I fatti risalgono allo scorso 20 agosto, quando la guardia costiera libica avrebbe gettato in mare dieci persone poi soccorse dalla nave umanitaria: "Stavolta li abbiamo fotografati e filmati, siamo risaliti alle loro identità, sappiamo chi sono"
L’Ong italiana Mediterranea Saving Humans ha presentato un esposto alla Procura di Trapani in merito al “tentato omicidio di dieci ragazzi in mare ad opera di militari libici", come si legge nel comunicato .
L’episodio a cui l’Ong fa riferimento, documentato da foto e video, riguarda un evento specifico accaduto nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2025, quando la nave di Mediterranea ha soccorso dieci persone che erano state gettate in mare da un'imbarcazione militare in acque internazionali, a circa 30 miglia da Tripoli. L’atto di abbandonare deliberatamente le persone in acqua vicino a navi di soccorso, mettendo a grave rischio la loro vita, sarebbe una pratica utilizzata dai trafficanti di esseri umani ed è definita "jettison". Mediterranea ha poi scoperto che l'imbarcazione militare che ha gettato in mare i naufraghi il 21 agosto era esattamente una di quelle che, il 18 agosto, aveva circondato, minacciato e cercato di intimidire la loro nave per allontanarla dalle acque internazionali.
"Questa volta ci sono prove video e fotografiche che non possono essere occultate: i trafficanti libici che hanno gettato con la violenza in alto mare, davanti alla nostra nave di soccorso, dieci giovani profughi, sequestrati da tempo nei lager, appartengono agli apparati militari del governo di Tripoli e sono soldati della famigerata 111ma Brigata, comandata dal potente Viceministro alla Difesa del governo Dbeibah” ha spiegato l’Ong. “Lo abbiamo sempre saputo che la cosiddetta 'guardia costiera libica' altro non è che una copertura costruita in particolare dai servizi segreti italiani, per bande di criminali come Almasri, e che la sua funzione è quella di una 'polizia di frontiera' illegale, adibita alla cattura e alla deportazione dal mare di esseri umani, donne uomini e bambini, in aperta violazione delle convenzioni internazionali e di ogni principio di umanità”. “Gli “scafisti” sono i boss che il ministro dell'Interno italiano riceve al Viminale, quelli della “proficua collaborazione” come viene definita dai comunicati ufficiali del governo” denuncia l’ong. Il riferimento è all’incontro avvenuto il 4 settembre scorso tra il Ministro dell’interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario alla Difesa libico Abdul Salam Al-Zoubi, lo stesso a capo dalla Brigata ed identificato da Mediterranea.
“Hanno paura, come l'hanno avuta con Almasri, di quello che potrebbe venire fuori in un processo rispetto alla complicità con ricercati per crimini contro l'umanità. È il motivo per il quale dal 2019 siamo spiati dai servizi segreti, e con questo governo, con l'uso di un software militare come Paragon Graphite”. “Ma stavolta li abbiamo fotografati e filmati, siamo risaliti alle loro identità, sappiamo chi sono. Abbiamo inviato anche alla Corte penale internazionale tutto il materiale, e alla sbarra stavolta dovrebbero andare non solo i criminali dei lager e delle fosse comuni, ma anche chi li protegge e chi li finanzia. Diranno, come a Norimberga, che era 'ragion di Stato'?” ha concluso l’ong nel suo comunicato stampa.
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