Attualità
26 settembre, 2025Il secondo episodio in meno di un mese, dopo che a fine agosto era stata colpita la Ocean Viking della Sos Mediterranée. Giorgia Linardi: "Gli attacchi sono una diretta conseguenza delle politiche europee"
Ancora un attacco della guardia costiera libica contro le ong. Un mese fa era stato il turno della Ocean Viking della Sos Mediterranée. Questa volta, invece, a essere presa di mira è la tedesca Sea Watch. “Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica ha sparato contro la nave di soccorso Sea-Watch 5 — fa sapere l’ong tedesca —. L'attacco è avvenuto poco dopo che l'equipaggio della Sea-Watch 5 aveva soccorso 66 persone in pericolo”.
"È la seconda volta in poco tempo che la cosiddetta guardia costiera libica spara contro soccorritori civili in mare — ricorda Sea Watch —. Solo un mese fa, milizie appartenenti alla cosiddetta guardia costiera hanno aperto il fuoco sulla nave di soccorso Ocean Viking. A sparare è stata la motovedetta libica Corrubia Class 660, ceduta dall'Italia alla cosiddetta guardia costiera libica nel 2018. Esattamente un mese fa, anche la nave di soccorso Ocean Viking, gestita dall'organizzazione Sos Méditerranée, è stata bersagliata dal fuoco della cosiddetta guardia costiera libica. Chiediamo indagini immediate e serie conseguenze da parte dell'Italia e dell'Unione Europea”.
L’ong pubblica sui social l’audio dell’episodio “avvenuto nella notte del 26 settembre, mentre l’equipaggio della Sea-Watch 5 era impegnato nell’operazione di soccorso”. L’equipaggio non ha rispettato gli ordini della cosiddetta guardia costiera libica “di virare verso Nord poiché ciò avrebbe comportato l’interruzione del salvataggio”. A quel punto, si legge nella nota, “la milizia si è avvicinata alla nave di soccorso e ha aperto il fuoco”.
“Gli attacchi libici sono una diretta conseguenza delle politiche europee — attacca Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia —. È inaccettabile che il governo italiano e l’Unione europea lascino che milizie criminali sparino contro i civili utilizzando le ex motovedette della Guardia di finanza italiana”. E chiede all'Italia di non rinnovare, il prossimo novembre, il memorandum con la Libia e di revocare gli accordi che "stanno fomentando violenza e mettendo in pericolo l'incolumità dei cittadini".
Qualche giorno fa, lo scorso 16 settembre, Mediterranea Saving Humans ha presentato un esposto alla procura di Trapani con allegata una documentazione in cui si dimostrerebbe il collegamento delle milizie con gli “apparati militari del governo di Tripoli”.
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