Attualità
29 settembre, 2025Continuano le proteste contro la vendita di componenti italiane potenzialmente utili all’esercito israeliano: “Noi continueremo a chiedere l’embargo totale delle armi verso Israele"
Continuano le proteste contro la vendita di componenti italiane potenzialmente utili all’esercito israeliano. Questa mattina, 29 settembre, sette attiviste di Palestine Action Italia e Ultima Generazione si sono incatenate al cancello della sede di Leonardo a Nerviano, esponendo striscioni con la scritta “Palestina Libera”.
“Noi continueremo a chiedere l’embargo totale delle armi verso Israele, questo genocidio non andrà avanti con la nostra complicità”, ha dichiarato una delle attiviste. “Siamo in una fase critica e non ci fermeremo finché la macchina economica del genocidio non si fermerà”. Anche un lavoratore dello stabilimento ha deciso di unirsi al blocco. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che hanno identificato i partecipanti.
Leonardo viene presa di mira dagli attivisti perché, stando a un rapporto della relatrice speciale dell’Onu, Francesca Albanese, la società a partecipazione pubblica è tra le aziende che hanno fornito materiali per l’industria della Difesa a Israele, durante le operazioni denunciate come genocidio. “Attraverso Leonardo e le sue controllate lo Stato italiano è in prima linea nei massacri in Palestina”, sostengono gli attivisti.
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