Attualità
4 settembre, 2025I funerali si terranno in forma privata, la camera ardente dal 6 al 7 settembre. In un'intervista del 2023 a L'Espresso diceva: "Detesto l’idea di mettere il punto e scrivere 'The end', ma mi rendo conto che farlo è necessario. Il piano di successione l’ho preparato, ci sarà un Armani dopo Armani"
È morto Giorgio Armani. Il re della moda italiana aveva 91 anni compiuti lo scorso 11 luglio. I funerali saranno in forma privata "per espressa volontà" dello stilista lunedì 8 settembre, giorno in cui a Milano sarà proclamato lutto cittadino. La camera ardente da sabato 6 a domenica 7 settembre presso l'Armani/Teatro, in via Bergognone 59. A giugno, qualche settimana prima del suo novantunesimo compleanno, a causa di un'infezione polmonare era stato ricoverato e poi costretto alla convalescenza nella sua casa milanese e per questo non era potuto essere presente - caso rarissimo - alla sfilata della sua collezione.
Sui suoi profili social è stata pubblicata una sua frase - una sorta di testamento social - con in calce la sua firma -. "Il segno che spero di lasciare è fatto di impegno, rispetto e attenzione per le persone e per la realtà. È da lì che tutto comincia".
In un’intervista a L’Espresso, nel 2023, disse: "Detesto l’idea di mettere il punto e scrivere 'The end', ma mi rendo conto che farlo è necessario. Voglio che il frutto di tanta fatica, questa azienda alla quale ho dato tutta la mia vita e tutte le mie energie, vada avanti, a lungo, anche senza di me. Ho creato una fondazione e, a quanti si interrogano su questo scottante argomento, dico solo che il piano di successione l’ho preparato, che ci sarà un Armani dopo Armani, ma non lo rivelo adesso, perché ci sono ancora"
“Abbiamo parlato tanto, noi della moda, industria tra le più importanti in Italia e non solo, ma anche tra le più inquinanti, basata com’è su produzione e circolazione scellerata di merci - continuava nell'intervista rilasciata a L'Espresso -. Abbiamo cercato di trovare soluzioni per un futuro migliore, di razionalizzare e di moralizzare, ribaltando assurdità nonsense che negli anni sono diventate il nostro modo di agire. Ma oggi vedo che, parole a parte, non è cambiato molto. Anzi: non è proprio cambiato nulla”
La nota dell'azienda
"In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l'ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione - scrivono i dipendenti nella nota -. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore".
"Infaticabile, ha lavorato fino agli ultimi giorni, dedicandosi all'azienda, alle collezioni, ai diversi e sempre nuovi progetti in essere e in divenire", continua la nota.
"Negli anni, Giorgio Armani ha creato una visione che dalla moda si è estesa a ogni aspetto del vivere, anticipando i tempi con straordinaria lucidità e concretezza. Lo ha guidato un'inesauribile curiosità, l'attenzione per il presente e le persone. In questo percorso ha creato un dialogo aperto con il pubblico, diventando una figura amata e rispettata per la capacità di comunicare con tutti".
"In questa azienda ci siamo sempre sentiti parte di una famiglia. Oggi, con profonda commozione, sentiamo il vuoto che lascia chi questa famiglia l'ha fondata e fatta crescere con visione, passione e dedizione. Ma è proprio nel suo spirito che insieme, noi dipendenti e i familiari che sempre hanno lavorato al fianco del signor Armani, ci impegniamo a proteggere ciò che ha costruito e a portare avanti la sua azienda nella sua memoria, con rispetto, responsabilità e amore", scrivono i dipendenti nella nota.
Chi era Giorgio Armani
Nato a Piacenza l'11 luglio del 1934, Giorgio Armani si era trasferito con la famiglia a Milano nei primi anni Cinquanta. Abbandonata la facoltà di Medicina, dopo il sevizio militare ha lavorato come commesso alla Rinascente fino al 1965. È in piazza del Duomo che si appassionerà alla moda, al disegno e allo stile.
Poi l’incontro decisivo con Nino Cerruti che gli affida il rinnovamento del marchio Hitman. Nel 1974, la prima linea di abbigliamento con il suo nome, Armani by Sicons, e l’anno dopo la fondazione dell’azienda che porterà sempre il suo nome. L’alta moda, le sfilate a Milano, a Parigi e a New York. L’impero di Emporio Armani e dei marchi collaterali, le collaborazioni con artisti di fama mondiale, le boutique nei luoghi più esclusivi del pianeta. Uno stile da sempre rivolto ai dettagli del minimalismo, anche contro gli eccessi e le stravaganze della moda. Nel 2020 aveva parlato di successione: “Il mio desiderio è sparire senza danneggiare il mio lavoro e chi mi ha aiutato, il nome che ho costruito e chi lo ha creato con me”.
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