Attualità
5 settembre, 2025I nuovi tipi di zanzara portano virus e sono resistenti agli insetticidi. All’università di Siena si studia come neutralizzarli
A cosa servono le zanzare? «Ogni essere vivente vegetale o animale di solito ha un ruolo nell’ecosistema, forse l’unico che serve solo a distruggerlo è l’uomo»: risponde così Francesco Frati, uno dei più importanti entomologi italiani, docente dell’Università di Siena. Le zanzare non sono al mondo solo per infastidirci con le loro punture: sono cibo a cinque stelle per altri animali, vertebrati o invertebrati che siano. Bene, dopo aver spiegato il perché della loro presenza, andiamo a scoprire più a fondo come vivono, visto che sono diventate argomento di cronaca perché, come ha messo in evidenza una recente copertina de L’Espresso, trasmettono virus dei quali noi umani, e anche i quattro zampe, faremmo volentieri a meno. Intanto non tutti sanno che la zanzara che punge è la femmina.
Lei è ematofaga, cioè si nutre di sangue, per poter dare alle uova le proteine necessarie per la crescita del nucleo da cui nasceranno i piccoli “zanzarotti”. I maschi invece sono vegetariani e quindi non hanno bisogno di pungere nessuno. La capacità di adattamento e di resistenza agli insetticidi è altissima. «La Culex Pipiens è la nostrana e punge la sera. La Aedes Albopictus è la così detta Tigre e punge di giorno», spiega Frati. Da qualche tempo sono arrivate altre specie: «Del genere Aedes abbiamo riscontrato due nuove specie: Koreicus, che viene dalla Corea, e Japonicus dal Giappone, entrambe affini alla Tigre. La loro presenza a oggi è limitata alla zona del Triveneto». Le zanzare sono al centro di ricerche e attenzioni.
Nella nuova visione di un mondo One Health, entomologi e virologi vanno a braccetto. Il progetto IN-FACT finanziato dal Pnnr, vede al lavoro gruppi di ricerca dell’Università di Siena: quello guidato dal professor Frati e quello della virologa e microbiologa Maria Grazia Cusi. «Noi facciamo trappolaggio e raccolta di larve di zanzare e poi il laboratorio di microbiologia dell’Università, si occupa di individuare eventuali virus. E all’interno dello stesso grande programma di ricerca, stiamo cercando di capire, studiando il dna, a quali tipi di insetticidi siano resistenti le nostre zanzare».
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