Il fatto è che, politicamente parlando, c'è confusione sotto gli ombrelloni. Dopo l'abolizione del ministero del Turismo, la riforma del Titolo V della Costituzione ha avviato il federalismo turistico, affidando alle regioni potestà legislativa in materia di turismo. Sui Beni culturali, invece, decide ancora lo Stato; ma la valorizzazione di questo o quel monumento è materia concorrente. La regione con il più alto tasso di alberghi ad apertura stagionale è l'Emilia Romagna con il 58,4 per cento, seguita da Marche (37 per cento), Calabria (36,8) e Sardegna (32,3). Mancano grandi catene alberghiere nazionali in grado di competere a livello con i colossi europei e mondiali: nessun gruppo italiano figura tra i primi 20 marchi al mondo, né tra i primi 10 europei.
Che fare? La domanda, ovviamente, va rivolta alla politica. Il vicepremier e ministro per i Beni Culturali Francesco Rutelli ha detto che vorrebbe ristabilire in dieci anni il primato dell'Italia nel turismo mondiale. Con il decreto di 'spacchettamento ministeriale' varato dal governo Prodi, Rutelli ha ottenuto la delega per il turismo. Un segnale importante, anche per l'esperienza che Rutelli ha quale ex sindaco di Roma, in linea con il programma di governo presentato dall'Ulivo. Il capitolo dal titolo 'La patria dei cento turismi' elenca i "fattori critici da affrontare per tornare a crescere". E cioè, primo: "aumentare la qualità dei prodotti"; secondo: "diminuire i differenziali di prezzo con i nostri concorrenti", terzo: "rendere più agevole il raggiungimento delle destinazioni turistiche". Un progetto ambizioso, che passa attraverso "la trasformazione urbana e territoriale di qualità" ma anche il rifinanziamento della "legge che ha istituito il Fondo per il prestito e il risparmio turistico e creato i Buoni vacanza", ma è rimasta inapplicata.
'L'espresso' ha chiesto a personalità del mondo della cultura, della politica e a tecnici del settore un decalogo per rilanciare il ruolo dell'Italia. Ecco le loro risposte.
Daverio: Istituire subito il Ministero del Turismo
"L'Italia non è sufficientemente solida per affrontare grandi masse turistiche, si rischia di trasformare il Paese in un turistodromo. Invece bisogna pensare al settore con un'ottica diversa, senza l'appetito che consuma tutto e che di solito caratterizza gli operatori del turismo. Perché il Pantheon è stato costruito con intenzioni diverse da quelle banalmente turistiche. C'è un senso della storia e dell'Arte che non può essere fagocitato dai venditori di souvenir o di coccola. Purtroppo la 'res publica' viene considerata 'res nullius', cioè come dicono in Toscana 'roba del gatto'. Il ministero del Turismo dovrebbe lavorare sulla coscienza dei cittadini. Il turismo è territorio di caccia, se non più spesso di rapina. La quota di improvvisatori è altissima, la devolution ha fatto il resto. Siamo un paese perverso, dove il ministero ai Beni culturali tutela l'arte e le regioni dovrebbero metterla a frutto. Ma i due non s'intendono e litigano. Ci sono luoghi magici completamente snaturati: la tomba di Ildebranda è nascosta da uno chalet svizzero che tenta di vendere biglietti. Bisogna dotarsi di standard di ospitalità; diamoci una normativa della cortesia. Così il turismo fiorirà".
(Philippe Daverio, ex assessore alla Cultura di Milano, docente universitario, autore e conduttore di 'Passepartout' su Raitre).
Di Lorenzo: Frenare i prezzi
"Da parte del turista tedesco, l'amore per l'Italia persiste. Eppure, negli ultimi tempi, ci sono dei 'però' ad incrinare questo amore. Amici, colleghi e conoscenti si lamentano molto della politica dei prezzi, alquanto fantasiosa, esercitata dai gestori del turismo. L'impressione generale che ne ricava il turista tedesco non è solo quella che, quando fa vacanze in Italia, i costi siano più alti che altrove. No, l'impressione ben più fastidiosa ed ormai comune è quella di sentirsi 'spennati' durante le vacanze in Italia. Il consiglio che darei a chi è impegnato nel turismo è semplice: si ricordi che il tedesco, anche come turista, è molto fedele ed affezionato. Ma guai a fregarlo: per lui è davvero un brutto trauma spendere qualcosa più del dovuto. Serve quindi un po' più di precisione, responsabilità e lungimiranza nella politica dei prezzi.
(Giovanni Di Lorenzo, direttore del settimanale tedesco 'Die Zeit').
Frassoni: Basta con il federalismo turistico
"Trovare una strategia governativa condivisa che dica no ai grandi investimenti turistici con megastrutture, tipo quelle della Costa Brava, e punti invece l'attenzione al paesaggio naturalistico e culturale. Il federalismo turistico si è rivelato un fallimento: i centri di eccellenza, come la Toscana, sono diventati alla moda e altri con strutture più deboli, come la Calabria, mete per il turismo mordi e fuggi. Occorre un coordinamento nazionale; il turismo non è un'attività collaterale all'industria. Per questo bisogna allungare la stagione: un impegno grosso che passa anche attraverso la riqualificazione delle infrastrutture".
(Monica Frassoni, europarlamentare, presidente del gruppo Verdi a Bruxelles).
Schneider: Più spiagge libere
"Lo spazio delle spiagge libere in Italia si sta riducendo alle dimensioni di un fazzoletto. Nei luoghi che più frequento, fra Sperlonga e il Circeo, l'impressione è che la capitaneria sia in combutta coi gestori privati. Gli stabilimenti balneari hanno prezzi esorbitanti per una serie di servizi spesso miserevoli. Per quanto concerne le infrastrutture non conosco nessun aeroporto più scomodo di quello di Roma: ti costringe a chilometrici tunnel per sbucare ad un trenino che non sempre vale i dieci euro del biglietto. Velo pietoso poi sulle somme che i taxisti estorcono all'ignaro turista. La qualità di spiagge e acque non è sempre delle migliori: il rispetto per l'ambiente non sembra diffuso. Eppure ci sono molte leggi anche intelligenti per la salvaguardia ambientale: quel che resta sulle spiagge, alla fine di ogni weekend, denota ancora oggi la mancanza di senso comune, civico ed ambientale".
(Peter Schneider, scrittore, ex leader del '68 in Germania).
Balducci: Pensare al Paese come a un museo a cielo aperto
"Fare un censimento del patrimonio museale e dei beni culturali e metterlo on line, a disposizione di tutti. Adoperarsi per creare, regione per regione, una rete attorno ai siti di interesse turistico, senza distinguere tra bene paesistico e bene paesaggistico. Ma il disegno deve avere un interesse nazionale, non regionalistico. Per rilanciare il turismo si deve passare da due strade obbligate: favorire la cultura e la conoscenza del territorio e programmarne la valorizzazione costruendo percorsi, suggerendo letture. In Puglia per esempio ha funzionato l'idea di recuperare la strada dell'antico acquedotto che attraversa tutta la regione e tocca le regioni limitrofe in un percorso d'arte e cultura di alto livello che include Magna Grecia, antichi romani, Federico II di Svevia, ma parla anche la lingua del cibo e del vino, parte integrante della storia locale. E lungo il percorso si recuperano come ostelli di lusso le vecchie masserie. Per far questo è stato necessario coinvolgere le università e, più banalmente, invitare i musei a mettere in mostra le opere di pregio".
(Paola Balducci, ex assessore al Turismo in Puglia, ora parlamentare dei Verdi).
Papagni: Isole artificiali, wellness e casinò
"è necessario avere un punto di riferimento istituzionale unico. Il turismo, a torto, non è mai stato considerato un sistema economico. La fortuna è che il nostro è un Paese ad alto contenuto turistico, ma negli ultimi 15 anni la concorrenza del Mediterraneo a bassi costi ci ha distrutti. I due governi Berlusconi non si sono preoccupati di guardare il turismo in modo attento, come industria. Con la riforma del Titolo V si è interrotta la comunicazione tra regioni e Stato: un disastro. Si deve ricominciare daccapo: per esempio con il progetto delle 5 isole artificiali davanti al lido di Ostia, sperimentiamo una collaborazione tra enti, con tavoli di discussione per le infrastrutture, l'accoglienza, la destinazione delle isole a turismo di settore, wellness, casinò eccetera. L'idea è firmata Paolo Portoghesi, l'investimento è di 50 milioni. La terza Università di Roma ne studia la fattibilità: potremmo realizzare tutto entro il 2015".
(Renato Papagni, Federturismo, presidente di Assobalneari Roma).
Day: Favorire i collegamenti per le mete meno note
"La possibilità di viaggiare con facilità anche in destinazioni meno propriamente turistiche, incrementando i trasporti, farebbe bene al turismo. Non credo che ci sia nulla che possa battere la bellezza dei luoghi, il calore della gente e l'incantevole architettura dei piccoli borghi, come quello di Anghiari, in Toscana, dove soggiorno ospite del Castello Sabino, un piccolo bed and breakfast che abbiamo scelto come meta ideale ormai da molti anni".
(Martin Day, senior partner di uno studio internazionale di avvocati, attivista Greenpeace Londra).
Ferrari: Imparare a comunicare le mete
"Se si va in Internet e si digita 'Roma' si trova prima il sito di uno studio di avvocati di Los Angeles che le informazioni turistiche sulla città eterna. Comunicare è l'idea vincente. Ma non servono le fiere, nemmeno quelle internazionali. Basterebbe avere un portale gestito a livello istituzionale, con tutte le informazioni per i turisti italiani e soprattutto stranieri. Noi ci orientiamo ovviamente meglio tra le bellezze di casa nostra. Ma che ne sa un inglese dell'Enit? Semplifichiamo, come ha fatto la Francia, che sotto l'etichetta Maison de la France ha messo tutte le informazioni necessarie, liberandosi di enti e burocrazia. Se i turisti sono informati, arrivano".
(Marco Ferrari, responsabile comunicazione Starwood Europa, Africa e Medioriente).
Gloaguen: Valorizzare i mille diversi localismi italiani
"Jean Cocteau diceva che un italiano è un francese che ride. Quella è la forza degli italiani. La loro voglia di ridere. I loro modi di fare sempre molto aperti, sempre conviviali. Su quello l'Italia deve giocare. Vado ogni anno in Italia e le nostre guide italiane sono le più vendute. Nel vostro paese i francesi amano molto la vostra storia di unificazione recente e quindi le vostre caratteristiche regionali e locali che si riconoscono nei dialetti, nella cucina, nel tipo di relazione umana che si può trovare con gli italiani. Questa è la ricetta dell'Italia che merita di essere protetta. A ogni regione o unità territoriale, una certa specificità. L'Italia è un Paese, ma è anche 10-15 paesi diversi per chi li vuole scoprire. Quando si viaggia ci si chiede spesso: in che paese potrei vivere a parte il mio? L'Italia è forse l'unico. Per il clima e per la cucina: non stanca mai, in ogni periodo dell'anno è varia, diversificata".
(Philippe Gloaguen, padre e direttore della mitica 'Guide du Routard').
Ciuffini: Pensare più ai viaggiatori e meno al turismo di massa
"è inutile cercare le masse di turisti, puntiamo sulla continuità: turisti che tornano e promuovono il posto, viaggiatori soddisfatti dell'accoglienza oltre che di quello che hanno visto. Il nostro è un Paese dal patrimonio culturale esteso. Basta creare un tessuto connettivo tra paesaggio, cultura, cibo, una rete creativa da tessere in collaborazione tra enti, università, strutture d'accoglienza e territorio. Il turismo è il petrolio italiano, ma quello delle grandi masse si distrugge ogni estate. Da tre anni lavoro alla riqualificazione delle quadrerie di Palazzo Spinelli di Tarsia a Napoli. è in centro, pochi lo conoscono, eppure il principe che lo ha abitato ha una storia interessante, era un alchimista e faceva esperimenti in quelle stanze. Da ottobre sarà la residenza di giovani artisti di tutta Europa pronti a prestare la loro opera per la città. Sarà occasione di incontri, mostre, convegni, dunque motivo di visite.
(Sabina Ciuffini, ex valletta tv, creatrice di mete turistiche).
Hanno collaborato Giacomo Leso, Annalisa Piras e Stefano Vastano