Rigore, citazioni esistenzialiste e trompe l'oeil sulla passerella di Jil Sander. Colori accesi ed energia per la collezione Pucci che vede il debutto dello stilista norvegese Peter Dundas. Suggestioni rock glam con abiti argentati, pellicce e stivali dai tacchi vertiginosi portano la firma di Frida Giannini per Gucci

Milano Moda Donna Pucci, Jil Sander, Gucci

Nella sede di Jil Sander, a pochi passi dal Castello Sforzesco, si notano molti giornalisti stranieri nonostante siano le otto di sera. Da Anna Wintour (Vogue USA) a Suzy Menkes (International Herald Tribune). Non a caso Raf Simons, il direttore creativo di origine belga, è considerato uno dei talenti più interessanti della settimana della moda milanese. Dal 2005 si occupa della griffe e sin dall'inizio ha puntato sulla ricerca sartoriale, uno degli strumenti chiave per continuare a credere nella moda. Ha diviso la collezione in due parti. Nella prima ha reso omaggio alla fondatrice Jil Sander, puntando sul rigore. I cappotti doppiopetto non hanno collo, le giacche sono prive di bottoni. Svettano i pullover a collo alto. Sono neri, rigorosi, alla Juliette Gréco dei tempi dell'Esistenzialismo. I vestiti sembrano spezzati come un tailleur ma si tratta di un trompe l'oeil dove la giacca è in realtà un tutt'uno. La seconda parte della collezione è giocata sui volumi. Qui Simons ha reso omaggio al ceramista francese Pol Chambost (1906-1983) e, di conseguenza, alla moda scultorea. Le gonne sono ampie con gli orli ricurvi e asimmetrici, spesso nere e arancio a contrasto. Da un tubino nero spunta una canottiera. Recupera le antiche tecniche sartoriali e così per ottenere forme gonfie imbottisce le gonne di crine e i cappotti con le stecche di balena.

Tra le novità di questa tornata milanese si registra l'esordio del norvegese Peter Dundas alla guida di Emilio Pucci. Biondo, atletico, ha lavorato diversi anni da Cavalli per poi passare alla direzione creativa di Ungaro per un paio di stagioni. La sua formazione "stile Cavalli" si nota tutta. Pantaloni zippati, lunghi stivali di camoscio verde muschio, microabiti. "Ho voluto raccontare una ragazza di oggi, una tipa piena di energia. Sceglie jeans e t-shirt" spiega nel backstage poco prima della sfilata. Dundas, inoltre, è rimasto affascinato dallo storico archivio della maison fiorentina e, qua e là, ha recuperato alcuni stampati della collezione dedicata al Palio di Siena del 1957 dove il Marchese seppe rappresentare non solo la corsa dei cavalli ma anche le decorazioni araldiche delle Contrade.

'Last but not least', Gucci disegnato dalla stilista romana Frida Giannini. In linea con la grande tendenza di stagione che vede il ritorno degli anni Ottanta, in passerella sfila il rock glam. Spazio allora ai vestiti t-shirt argentati, agli stivali guaina dai tacchi vertiginosi, ai pellicciotti di astrakan con le maniche di volpe, le borse a tracolla con le catene. Un look che piacerà a Grace Jones anche se, per la verità, Frida si è ispirata a Tina Chow, un'icona fashion degli anni della Reagonomic, musa di Andy Warhol. Faceva la modella e aveva sfilato per Balenciaga, Vionnet e Dior. Donna eccentrica e amante della notte, era una delle più assidue, frequentatrici dello Studio 54. Nella sua vita si è sempre divertita fino all'estremo. Era un'anticonformista che purtroppo morì di Aids nel 1992 a soli 52 anni. Eppure da Gucci non c'è nulla di triste. Anzi, la collezione sprizza energia positiva e la nuova donna del 2009-10 e trasmette grinta, passione e un pizzico di follia.

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