Vestivano alla contadina, bevevano vino rosso, abitavano in casali sperduti, facevano cavalcate selvagge e baccanali a base di lasagne fatte in casa. Niente ville megagalattiche, 'letterine', discoteche, tuffi in piscina o da yacht ormeggiati in Costa Smeralda. Lo stile è tra il descamisado e il buttero: è la sinistra a Capalbio descritta da Giovanna Nuvoletti, fotografa moglie di Claudio Petruccioli ne 'L'era del cinghiale rosso', titolo che riprende un concerto di Battiato che Chicco Testa organizzò alla centrale Enel di Montalto di Castro cammellando tutte le truppe intellettuali 'rosse' in vacanza nel borgo maremmano.
Un libro (in uscita da Fazi il 17 luglio) che dice "tutto quanto avete voluto sapere su Capalbio e nessuno vi ha mai raccontato" in una storia che ha come unica finzione la voce della protagonista, Libera, che vede per la prima volta il paese toscano a 13 anni, nel '77. Per il resto i personaggi della 'meglio sinistra' ci sono tutti e reali: Achille Occhetto, Alberto Asor Rosa, Elisabetta Rasy, i Marramao, i Maffettone fino a Lidia Ravera, Mario Missiroli, Luciana Castellina, "bellissima e comunistissima", Chiara Valentini e Aldo Tortorella, Fabiano Fabiani, Furio Colombo e Alice Oxman, Ferdinando Adornato, Fabio Mauri, ma anche i Veltroni, i Fassino, i Rutelli, interpreti di un understatement diventato, anche grazie ai media, una via di mezzo tra stile di vita e gossip.
Sullo sfondo di una ruvida Maremma con la spiaggia ventosa, la piccola Capalbio diventa così un luogo dell'anima, che Libera, figlia di una rampante signora milanese, racconta in un atto incondizionato d'amore dai primi insediamenti fino al 2009. Una parabola emblematica quella della Capalbio buen retiro di pochi eletti in fuga dalla città e poi sempre più palcoscenico di quelli che dovevano esserci per sentirsi parte dell'élite radical-chic. Tra i protagonisti delle diverse stagioni un posto da mattatore ce l'ha Philippe Daverio, non ancora famoso che, "forse, con gli stivali da cavallo ci dormiva pure", la stessa Nuvoletti, che odia essere definita parente degli Agnelli (suo padre, il conte Nuvoletti, sposò in seconde nozze Clara Agnelli), "l'allor verde Rutelli, dagli occhi smeraldini, tutto per la sua Palombelli dotata di fisico da pin up e viso da bambola": Rutelli che al funerale di Sergio Petruccioli entra in chiesa in braghe corte e ciabatte da mare.
Il giochino, nella marea di citazioni, è quello di 'chi c'è e chi non c'è' tra politici, giornalisti, intellettuali, artisti di un'enclave che all'inizio si voleva nascondere e poi sempre più mostrare, in un mix di Amarcord, dibattiti e accordi politici sanciti sotto l'ombrellone. Certo, chi ha seguito le vicende di Villa Certosa, le foto di Topolanek, le bollenti giornate di Berlusconi, sorride della sinistra in ciabatte scaciato-chic, dove i vizi privati riguardano sfide a colpi di zuppe di pesce tra Occhetto e Petruccioli, Nicola Caracciolo maestro di 'pappone', zuppa inglese rustica, una sinistra che da alticcia al massimo finisce per lanciarsi delle fette di cocomero o le torte in faccia, come accade tra la moglie di Daverio e la stessa autrice, con la tendenza dopo le abbuffate a lasciar la tavola sporca di macchie di vino.
"Sulla pista, i soliti Asor Rosa, Claudio e Sergio Petruccioli, Marramao, che insieme alla bella notaia da Cortona Emanuela Vesci e a una trentina di altre persone plurilaureate, danzavano come baccanti". Se ci si mette nudi, poi, non è sotto le docce al sole in dimore strepitose, ma nascosti dal buio pesto della notte tra le dune e i canneti del Tirreno. Massimo della trasgressione: il bacio tra Aureliana Alberici e Occhetto, il topless di Lilli Gruber all'Ultima spiaggia, stabilimento simbolo di Capalbio, Michela Rocco "che passa da un Chicco all'altro" (da Testa a Mentana) mentre si griderà allo scandalo per Petruccioli beccato con cavigliera d'oro e la Palombelli che spende 18 milioni di lire per l'affitto di un casale per un mese: storie inventate, forse in ogni caso testimonianza del progressivo imborghesimento di Capalbio, mentre la sua fauna da ruspante diventava famosa. "Che borghesi 'sti comunisti. Ormai si diceva pidiessini", chiosa Libera-Giovanna.
Il libro descrive questo declino a circa metà degli anni '90, con la migrazione dei suoi scopritori, Asor Rosa in testa, quando cominciano ad arrivare un po' tutti, e i pranzi non si improvvisano più, ma si va ai ristoranti. È la mutazione genetica della gauche sauvage operaista trotzskista in gauche caviar. Se infatti all'inizio Capalbio è il cenacolo dove si discute dei destini del paese nelle cene a base di pesce al forno nell'aia, tra new entry, arricchiti, socialisti, si assiste a una trasformazione irreversibile al punto che capalbiese, scrive la Nuvoletti, diventa sinonimo di "stronzo siderale".
È il periodo di massimo spolvero della "sinistra non più di lotta ma di governo" con i giornali che pubblicano i nomi dei vip all'Ultima spiaggia, ombrellone per ombrellone: "Martelli il 10, Mentana il 50, Marramao il 61, i Rutelli il 31, Asor Rosa viene solo a giugno. È tornata Bianca Berlinguer con Manconi, i La Malfa non sono mai andati via. Ci sono Bianca d'Aosta e Claudia Gerini, ma non si conoscono i numeri degli ombrelloni". A testimonianza dell'ossessione dei media per Capalbio il libro è pieno di giornalisti che vanno e vengono in periodi diversi: Rossella Sleiter, Andrea Purgatori, Michele Brambilla, Michele Santoro "sguardo lupesco, denti altrettanto", Patrizia Carrano che a una festa, "elegantissima, finisce coperta dalla testa ai piedi di insalata di misticanza, ben condita".
C'è chi si infiltra per scrivere un articolo, chi ci si trasferisce con tutta la famiglia: Corrado Augias, Daniela Pasti e la figlia Natalia. Fino a Stefania Craxi che si compra una mega tenuta. Tuttavia, nonostante "le new entry gradite" (Pier Luigi Celli, Jovanotti, Victoria Cabello), nella Capalbio invasa dalle ciurme di vacanzieri intelligenti, manager rampanti, yuppies edonisti, famigliole alla ricerca di autografi, la pace non c'è più. E neanche il dibattito. In una cena a casa di Mirella Serri a cui partecipano vari intellettuali compreso Claudio Strinati, si discute di tette finte, mentre in un altro casale Antonio Di Bella, direttore del Tg3, canta con Jovanotti.
Dopo Claudio Martelli, i socialisti, l'assessore milanese Walter Armanini con Demetra Hampton, cade anche l'ultimo tabù: L'ultima spiaggia si tinge d'azzurro e ci approda Luca Barbareschi. L'arrivo dei ricchissimi (definiti la razza "burinal-stronz") è la campana a morto per una Capalbio in cui ormai sfila il generone cafonal immortalato dal fotografo Pizzi su Dagospia. Così 'L'era del cinghiale rosso' si chiude con una fuga: "Vado a nascondermi, non voglio vedere lo scempio" dice Libera. Anche se, per la cronaca, Giovanna Nuvoletti in Petruccioli tutte le estati le passa ancora lì.