Nella città dove nacque il gruppo musicale più famoso degli anni Novanta, si è aperta la più grande mostra mai realizzata di memorabilia di Kurt Cobain & compagni. Tutta da scoprire, sarà aperta per i prossimi due anni

Nirvana, il mito in mostra a Seattle

A diciassette anni dalla tragica scomparsa di Kurt Cobain, all'Experience Music Project Science Fiction Museum di Seattle si è aperta la mostra 'Nirvana:Taking Punk To The Masses'. Si tratta della più completa raccolta di memorabilia della band mai presentata: strumenti, foto e oggetti che raccontano la storia del gruppo che ha stravolto la musica degli anni Novanta.

L'allestimento è stato possibile soprattutto grazie alla collaborazione del bassista dei Nirvana Krist Novoselic, che ha deciso di mettere a disposizione tutto il materiale custodito con cura in questi anni, ma anche di Wendy, la mamma di Kurt Cobain, così come di Dave Grohl e dei precedenti batteristi dei Nirvana. La mostra non vuole essere una celebrazione del frontman del gruppo, ma piuttosto il tentativo di ricostruire la storia di una band all'interno di un periodo di grande fermento per la città di Seattle e per la scena alternative americana.

Inevitabilmente, tuttavia, Kurt Cobain e la sua arte in questa narrazione hanno un ruolo centrale. Così tra gli oggetti esposti ci sono i suoi disegni, la locandina del primo concerto dei Nirvana, i testi delle canzoni con i suoi appunti, ma anche il trolley rosa di mamma Wendy, che Kurt usò come batteria per un demo registrato a 15 anni e tante foto della sua vita privata. E' possibile vedere il maglione indossato durante il video di 'Smell Like Teen Spirit', l'angelo di 'In Utero' e una lunga serie di strumenti consumati o distrutti durante le esibizioni del gruppo.

I Nirvana avevano un rapporto viscerale con il palco e lassù poteva accadere qualsiasi cosa. Non si trattava però solo di spettacolo. Tra le diverse chitarre danneggiate, ce n'è una fatta a pezzi in studio in un momento di frustrazione, nel corso delle registrazioni di 'Never Mind'. I visitatori hanno a disposizione una serie di postazioni multimediali dove consultare decine e decine di fanzine e fliers dell'epoca, oltre a immagini ed interviste audio a personaggi che hanno influenzato la vita e la musica del gruppo. Tra gli altri ci sono Jack Endino, che registrò il primo vero demo del gruppo, e Bruce Pavitt, che con la Sub Pop Record produsse Bleach nel 1989. A fare da sfondo alla mostra le foto in bianco e nero di Charles Peterson, che all'epoca riuscì a cogliere e a raccontare la grande energia innovativa di quello che fu presto definito 'grunge-rock'. I suoi scatti dei Nirvana, così come quelli dei Soundgarden e dei Mudhoney, ricoprono intere pareti del Seattle Center, dove ha sede l'EMP. La mostra sarà permanente per i prossimi due anni, poi forse inizierà a girare il mondo. Sul sito dell'Experience Museum Project c'è una sezione dedicata ai fan del gruppo, alla quale si possono spedire immagini con i propri ricordi dei Nirvana. A quanto pare Kurt Cobain ha lasciato frammenti delle sue chitarre un po' ovunque.

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