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Cultura
luglio, 2011

Aiutami mamma, tuo Angelino

Diciamolo: fare il segretario del partito dell'amore in piena guerra intestina è il lavoro più infame del mondo. Ecco perché ci hanno messo Alfano, un giovane buono e timido sbattuto tra lupi come La Russa o Santanchè...

Beato il partito che non ha bisogno di eroi. Ma per salvare il Pdl oggi ci vuole un kamikaze pronto a sacrifici estremi: ascoltare Lupi, blandire Scilipoti, non prendere a schiaffi Gasparri. Uno come Angelino Alfano, sbattuto da Berlusconi dalla poltrona della Giustizia alla prima linea nella sporca guerra intestina del Partito dell'Amore. Ecco in esclusiva le commoventi lettere che il neo-segretario ha scritto alla madre dalla sua stanzetta in via dell'Umiltà.

… Cara mamma, ho lasciato il ministero della Giustizia, dove mi succederanno Ghedini o la Gelmini, non ho capito bene, il telefono di Bisignani era disturbato. Comunque occuparsi della Giustizia non è più affar mio. Non lo era nemmeno quando facevo il ministro, del resto: mi occupavo solo delle grane giudiziarie del Presidente. Ancora non so perché abbia incaricato me di guidare il Pdl nell'ora più drammatica, ma credo c'entri lo sciopero degli stuntmen, come mi ha riferito il tipo magro e nerovestito che mi ha preso le misure dopo la nomina. Il mio primo discorso da segretario è stato quasi un suicidio: ho auspicato che il Pdl diventi "il partito degli onesti", quando la prima cosa che chiederebbero gli onesti sarebbe un altro segretario. Ho abbassato le pretese: "il partito degli incensurati", ma si sono arrabbiati Verdini e Cosentino. Ho calato ancora: "il partito dei non recidivi", ma è arrivato il veto di Dell'Utri e Previti.
Allora ho cambiato linea: "Il modello per il Pdl sarà il partito di De Gaulle". Ma è arrivato il no di Silvio: se questo De Gol valesse qualcosa l'avrebbe già comprato per il Milan. Ora ti lascio, da domani cominciano le vere battaglie. Devo rimettere in riga i maggiorenti del partito. Che in realtà sono tutti minorenti, il Presidente si è lasciato ingannare dall'aspetto, come al solito. Non piangere, mamma. Sognavi per tuo figlio una solida carriera nel narcotraffico o nella tratta delle bianche. Come vedi, non ho deluso del tutto le tue aspettative. Ti bacio.

… Scrivo dal mio ufficio, mamma adorata, fra i busti di San Sebastiano e di Romolo Augustolo che i colleghi mi hanno regalato come buon augurio, mentre decifro l'ultimo corsivo di Angelo Panebianco sul "Corriere": "La fine del berlusconismo non è la fine del bipolarismo, a meno che l'inizio del bipolarismo non coincida con la fine di un berlusconismo bipolare, convergente con un bipolarismo berlusconiano, e viceversa." Più che da Panebianco mi sembrano discorsi da Folli. Le malelingue dicono che Berlusconi mi ha piazzato qui solo perché considera il Pdl un'esperienza finita. Falso, il cartello sulla porta della sede dice "Emporio cinese Wang - Apertura 20 luglio", quindi ne abbiamo ancora per 15 giorni buoni. Oggi penserò a ricucire il rapporto con Bossi. Il problema è che il senatùr ci mette sempre due ore solo per ricordarsi chi cazzo sono, poi arriva la fisioterapista per la riabilitazione e addio. Forse l'interlocutore giusto è Casini. Ma ha tanta fame arretrata di poltrone che ha intenzione di fare il terzo polo con la Frau. Nel pomeriggio vedrò i dirigenti locali, ai quali spiegherò che il Pdl vuole sì candidati ben radicati nel territorio, esperti in vari rami e con un'anima verde, ma mettere in lista due ippocastani, com'è successo alle ultime comunali a Grottaferro, è stato un azzardo. Alla prossima.

… Giornata campale, mamma. Stamane ho incontrato il cardinal Bagnasco per rinsaldare il rapporto Pdl-Chiesa. Mi ha detto che in cambio del suo appoggio il Vaticano chiede sostegno economico alle famiglie, giustizia sociale, solidarietà con gli immigrati, trattamento più umano per i detenuti e moralizzazione della politica. Io ho scosso il capo e l'ho fissato: "Niente nozze gay e più soldi alle scuole private". "Affare fatto", ha sorriso lui. Come al solito, insomma. E' arrivato il tuo pacco-dono per me: calze, mutande, cioccolato, arancini fatti in casa. Cicchitto ha gradito tutto moltissimo. Per piacere, sul prossimo pacco scrivi "Classici del pensiero liberale", così sono sicuro che nessuno lo tocca. Com'è difficile farsi rispettare, mamma, dentro e fuori dal partito! Il Pd sostiene che sono telecomandato da Berlusconi. Falso, il Presidente mi ha lasciato completamente libero, a parte questo anellino alla caviglia che, ha assicurato, serve solo a raccogliere dati scientifici. Ora ti saluto, stasera c'è lo spettacolo per la truppa: guarderemo il film della luna di miele di Mara Carfagna. Nella versione senza tagli!

… Nelle lunghe notti nella trincea di via dell'Umiltà ripenso a come tutto è iniziato: ad Agrigento, nel '94, quando, neolaureato in giurisprudenza, vidi Berlusconi in tivù e rimasi folgorato. Me l'avevi detto di staccare l'antenna quando scoppia il temporale. Quando ripresi conoscenza non sapevo più distinguere una legge da un paracarro, il che mi aprì le porte di Forza Italia… Sai mamma, qui nel Pdl la vera tortura è la solitudine. Il partito è così pieno di pin-up che sul letto tengo attaccato il poster di Margherita Hack. Oggi in bagno la Santanché mi ha sfidato a chi pisciava più lontano. Ho rifiutato, tanto vince sempre lei. E Michela Brambilla, che si è fatta fotografare mentre gioca con la tigre? Secondo me la tigre era sedata, se no mica accettava di entrare nella gabbia della Brambilla. La cosa più simile a una donna sarebbe Laura Ravetto, se non portasse l'ottava misura solo di mascelle. Oggi l'ho chiamata nel mio studio per dirle che la trovavo troppo aggressiva nei talk show. Mi ha detto che sbagliavo: "Sono più aggressiva nei colloqui privati", e mi ha sbattuto in testa il busto di Romolo Augustolo tante volte che ora sono alto come Brunetta. Pazienza. Sotto i colpi e gli insulti resisterò a piè fermo in via dell'Umiltà, costi quel che costi. Anche perché il signor Wang mi ha promesso un posto da commesso. Addio, mamma. Tuo Angelino.

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