Shakespeare nostro contemporaneo, come si intitola un celebre saggio di Jan Kott del 1961? Si direbbe proprio di sì, almeno a giudicare dalla sua ricorrenza nei siti web. Il Bardo su Google vanta 145 milioni di presenze, e su Yahoo! arriva a 183 milioni, molto meglio per esempio di Berlusconi che si limita a 16 milioni e settecentomila apparizioni su Google e va ancora peggio su Yahoo!, solo 16 milioni e 300 mila. Non c'è paragone con Freud, 86 milioni e 300 mila su Yahoo! che si riducono quasi della metà, 47 milioni e mezzo, su Google. E in confronto a Dio? Certo il Padreterno va alla grande, 392 milioni e 348 milioni rispettivamente su Yahoo! e su Google, ma bisogna precisare che l'Onnipotente divide il primato con Ronnie James Dio, il cantante recentemente scomparso leader di un gruppo di musica heavy metal che aveva seguito Madonna nella strategia di far sponsorizzare il pop e il rock dalla religione, o viceversa.
"Brush up your Shakespeare" dunque, come consiglia nel musical "Kiss Me Kate" la canzone di Cole Porter: è utile spolverare il proprio Shakespeare, autore per tutte le stagioni e per tutte le circostanze.
Il Bardo come profeta delle strategie dei mercati, quelle entità di cui sentiamo parlare ogni giorno da giornali e telegiornali, invisibili ma sempre presenti nella nostra vita, misteriose e malevole come le streghe del "Macbeth". I manager da tempo studiano vicende e personaggi del suo teatro come illustri modelli di comportamento e fonti di comprensione della vita aziendale, tanto che la rivista dell'Aidp, l'Associazione italiana per la direzione del personale, si chiama "Hamlet" e ha anticipato una serie numerosa di pubblicazioni sul tema Shakespeare e business.
Il Bardo come médecin malgré lui, illustre diagnostico e precursore delle Medical Humanities, quella tendenza degli studi medici che si propone di promuovere una sinergia tra la conoscenza scientifica del corpo e la conoscenza umanistica delle anamnesi del paziente. Secondo le Medical Humanities le scienze umanistiche, come il teatro, possono chiarificare, e migliorare, la pratica medica se si riconosce che la salute è anche il prodotto di uno status psicologico.
Chi meglio di Shakespeare ha descritto, in anticipo sulla medicina psicosomatica, le influenze dell'animo sul corpo? E si pensi alla malvagità assoluta incarnata nel fisico contorto di Riccardo III, segnato da una lombrosiana propensione per la malvagità, da segnali di rollingstoniana "Sympathy for the Devil".
Il Bardo come rappresentazione del mondo. "Shakespeare, Staging the World" si intitola la grande mostra allestita al British Museum di Londra in occasione delle Olimpiadi e aperta fino al 25 novembre. Cento oggetti e opere d'arte per raccontare i tempi di Shakespeare: dal primo volume che raccoglie le sue opere a un teschio, non quello di Yorick ma di un povero orso, ritrovato in un luogo vicino a dove era il Globe, a ricordare che il teatro allora subiva la concorrenza dei combattimenti tra cani e plantigradi, come oggi dei format televisivi. E i feticisti in visita alla mostra possono comprare come ricordo dell'evento un papero di plastica con il pizzetto e la chioma dell'autore di "Amleto" e fornito di un cartiglio che recita "To Quack or Not to Quack".
Il Bardo come politologo. Facciamola breve: Shakespeare era - o meglio, è - di destra o di sinistra? Da vero democratico non impone una visione univoca nelle sue opere ma lascia decidere al suo pubblico per chi parteggiare. Shakespeare si conferma nostro contemporaneo nel "Giulio Cesare", uno dei suoi testi più "politici", mettendo in scena il conflitto tra dittatura e ribellione popolare, lotta quanto mai attuale confrontata con quanto è accaduto nel Maghreb, ieri, e nella sventurata Siria, oggi. Il Bardo però cercava di essere meno contemporaneo possibile con i suoi contemporanei e andava a pescare nel passato remoto le epoche in cui ambientare le sue riflessioni sugli eventi politici, anche per non urtare la sensibilità di una regina, si direbbe suscettibile, come Elisabetta. Meglio allora fare, prudentemente, riferimento alle "Vite parallele" di Plutarco piuttosto che alla cronaca. "Giulio Cesare" allestisce il confronto e lo scontro tra due ideologie, dittatura e democrazia, almeno quella concepibile a quei tempi, Cesare e Marc'Antonio contro Cassio e Bruto. Per Shakespeare, nel bene o nel male, la conquista del potere è realizzata e legittimata dal delitto, come l'uccisione di Cesare da parte dei congiurati. Non ha bisogno di sporcarsi le mani con il sangue il vincitore Marc'Antonio, al quale per conquistare il consenso popolare basta un abile discorso. Populismo, demagogia, si direbbe oggi.
Invece che la conquista del potere nel "Re Lear" si narra della rinuncia al potere da parte del protagonista. Ma il Re se ne priva non per generosità o per stanchezza senile ma piuttosto per un atto di sublimazione dell'autorità stessa, purificata di attributi e di incombenze temporali per assurgere e sublimarsi in forma di pura sovranità.
"Giulio Cesare" e "Re Lear" sono due capolavori assoluti che completano la prestigiosa rassegna dell'intero teatro shakespeariano realizzata dalla Bbc e presentata con successo nella prima serie nel 2009 da "l'Espresso" e da "la Repubblica".
Dodici opere tra tragedie, drammi, commedie: "Re Lear" che apre questa seconda serie di "The Shakespeare Collection", seguito da "Molto rumore per nulla", "Giulio Cesare", "La commedia degli errori", "Riccardo II", "Racconto d'inverno", "Timone d'Atene", "Misura per misura", "Enrico V", "I due gentiluomini di Verona", "Coriolano", "Tutto è bene quel che finisce bene".
Ambientati nell'epoca elisabettiana con sontuose ricostruzioni di scene e costumi ispirate alla pittura dell'epoca, gli allestimenti sono diretti da registi come Jonathan Miller, Jane Howell, James Cellan Jones, Stuart Burge, Elijah Moshinsky, David Giles, Herbert Wise e interpretati da attori come John Gielgud, Derek Jacobi, Jon Finch, Richard Pasco, Michael Hordern, Brenda Blethyn, Roger Daltrey, Jonathan Price, Alec McCowen, Alan Howard, Irene Worth.
Queste dodici registrazioni della Bbc sono inedite per l'Italia e sono state doppiate per l'occasione da attori come Luigi Proietti (Giulio Cesare), Ugo Pagliai (Re Lear), Giuseppe Pambieri (Leonte in "Racconto d'inverno"), Paola Gassman (Paulina in "Racconto d'inverno"), Giuliana Lojodice (Duchessa di York in "Riccardo II"), Maurizio Micheli (Antifolo in "La commedia degli errori"), Massimo Popolizio (Timone d'Atene), Ivana Monti (Volumnia in "Coriolano"), Franca Nuti (Badessa in "La Commedia degli errori"), Paila Pavese (Duchessa di Gloucester in "Riccardo II"), Paolo Ferrari (Giovanni di Gaunt in "Riccardo II"), Licinia Lentini (Regana in "Re Lear"), Sonia Bergamasco (Gonerilla in "Re Lear"), Massimo Foschi (Menenio Agrippa in "Coriolano"), Massimo Schuster (Duca di Efeso in "La commedia degli errori"), Elio Pandolfi (Fool in "Re Lear").
Ogni dvd sarà accompagnato da un libretto con i commenti ad ogni singola opera a cura di noti anglisti e studiosi di Shakespeare.