Pubblicità
Cultura
agosto, 2018

Tonino Cannavacciuolo sta cambiando la lingua italiana

Impiattamento, dadolata e gli altri neologismi stanno diventando di uso comune grazie ai programmi di cucina. Ne sentivamo davvero il bisogno?

Non ci si può distrarre un attimo che il nostro modo di parlare ?e di scrivere, un ponte tibetano sospeso tra evoluzione e involuzione, cambia colore. Spalanca le braccia allo slang, rottama vecchi aggettivi, fabbrica neologismi, chiude paternamente un occhio sui dilemmi ortografici per cui, un tempo, rischiavamo tutti l’ergastolo.

Il punto non è accettarlo o rifiutarlo, applicando 50 sfumature di purismo: il punto è che succede. Semplicemente succede. E così, da un giorno all’altro, ci troviamo ?a maneggiare con progressiva noncuranza parole che di familiare non avevano proprio nulla. Parole del futuro, coltivate dentro l’orticello del web. Parole del presente, come l’abominevole “petaloso”. Ma anche parole tecniche, settoriali, mai approdate all’uso comune.

Chi di voi, escludendo gli allievi della scuola alberghiera, era solito definire “dadolata” i cubetti di verdura? Chi di voi, prescindendo dai talenti domestici, era solito definire “impiattamento” l’estetica di ?un purè? Chi di voi, sentendo dire “stellato”, pensava subito alla Guida Michelin e non al “ciel” di Leopardi? Complice la televisione, che resta il detonatore lessicale più potente, oggi parliamo e scriviamo la lingua degli chef e della cucina: l’Italiano gourmet! ?

Ci siamo distratti un attimo ?e Cannavacciuolo, senza battere ciglio, ha polverizzato ?Benedetto Croce.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità