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Cultura
agosto, 2022

La lettera allə nuovə attivistə: «Conosco bene la vostra solitudine»

Dalla missiva del filosofo spagnolo, per Sherocco Festival, l’appello a non avere paura

So da dove venite, perché non ho dimenticato da dove vengo. So che la vita non ci ha fatto regali. Anzi, ci ha tagliato le gambe e tarpato le ali. Non voglio affermare ingenuamente che in quasi tutti i Parlamenti non ci siano rappresentanti considerati democratici che ancora adesso desiderano e preparano la vostra morte. Per odio, per ignoranza, per stupidità. Penso a voi che crescete come bambinə e adolescenti non binariə in famiglie cattoliche, ebree o musulmane, conosco la vostra vergogna, la vostra paura. Penso a voi, ragazzə effeminatə che vivete in luoghi in cui lo sfoggio della conquista eterosessuale, la forza e la violenza sono obbligatori per quei corpi che sono stati marcati come maschili alla nascita.

A voi che volete essere chiamati con altri nomi dai vostri genitori, dai vostri insegnanti o dal sistema di salute medica. A voi che aspettate mesi per poter avere acceso agli ormoni legalmente o anni per poter ottenere un cambio di identità di genere amministrativo e legale. A voi che provate a difendere i fiumi e i boschi, mentre vi confrontate con l’indifferenza, se non con il disprezzo, dei vostri adulti. A voi che comprate pillole del giorno dopo in internet senza sapere se quello che assumerete è realmente un farmaco abortivo o una dose di veleno. Penso anche a quellə che non sono presenti alle manifestazioni. Mi domando dove siete? in quale centro di prigionia, in quale clinica, in quale trincea, in quale solitudine, in quale clausura? quale silenzio state salvaguardando, quali parole non potete ancora dire?

 

Penso a voi, feritə come siete, quasi rottə. E vi eleggo come miei unici antenati, allo stesso tempo come eredità e lascito, come la mia unica genealogia e come il mio unico futuro. Il vostro destino non può essere più nebuloso di quello che sembrava essere il mio quando ero bambinə. E se io sono riuscitз a uscire da lì e debinarizzarmi, se io sono riuscitз a sopravvivere a quella violenza e sono riusciutə a vivere una vita diversa da quella che era stata tracciata per me, allora vi dico che anche i vostri sogni sono realizzabili. Non è mai tardi per accogliere l’ottimismo rivoluzionario dell’infanzia. Quando aveva 84 anni Günther Anders scrisse: “Ho sentito alla radio che tale statista tedesco aveva qualificato come infantili le centomila persone che manifestavano per la pace. Magari è un segno di infantilismo da parte mia se considero che tale affermazione dimostra che il suo autore ha superato l’età di qualsiasi passione per il bene, e per tanto è “adulto” nel senso più triste della parola. In ogni caso, ho continuato ad essere un bambino per tutta la mia vita, o meglio, non ho continuato ad essere un bambino all’occorrenza … (…) Ho continuato ad essere un infantile cronico. Come bambino di 80 anni, consegno questo libro ai miei molti amici che sono già sufficientemente maturi per unirsi alle fila dei bambinə”.

 

Ma soprattutto ricordatevi che non siete solз. Esiste un panteon di santi e streghe femministe, queer e trans e, anche se sono stato maledetto dalla cultura in cui sono cresciuto e negato per anni dalla mia famiglia, mi sono sempre sentito protetto da loro. Non c’è quasi un sol giorno in cui i santi queer non si manifestino nelle nostre vite. Quella cattedrale di santi maledetti è più forte della cultura nazionale, più accogliente della famiglia biologica, più protettiva della chiesa, più ospitale della città nella quale siete natə. È questa genealogia di appestati che vi offro ora come contributo alla vostra lotta. Sono con voi. Dovunque io sia, potete venire. Vi tenderò la mano e vi abbraccerò. Se volete qualcosa di ciò che ho appreso dalle tradizioni di resistenza politica e dalla cultura dei dissidenti, ve la darò. Quella tradizione è anche la vostra. E anche quella cultura vi appartiene. L’ho conservata per voi. Se avrete fame, vi alimenterò. Se avete perso la speranza vi leggerò Leslie Feinberg. Se avrete bisogno di coraggio, ascolteremo le canzoni di Lydia Lunch. Se cercherete gioia, vi porterò a vedere Annie Sprinkle e Beth Stephens. Vi darò tutto quello che sono, perché l’ho costruito per voi. Il mio corpo, il mio cuore, la mia amicizia. I miei organi vivi e protesici, se ne avrete bisogno, sono vostrə. Potete venire con le vostre ferite e con i vostri ricordi, anche con la vostra amnesia o con la vostra difficoltà a parlare. Vi accoglierò comunque. Non devo fare nessuno sforzo. Mi piace la disforia e la sua esaltazione contro la norma perché è ciò che conosco dall’infanzia. La disforia è cattiva. È la nostra miseria. È esigente. È dolorosa. Ci distrugge. Ci trasforma. Ma è anche la nostra verità. Bisogna imparare ad ascoltarla. È la nostra ricchezza, la disforia. L’intuizione che ci permette di sapere che cosa è quello che bisogna cambiare. Dalla vostra disforia vi riconoscerò. Non mi darete mai fastidio. Non ho nient’altro da fare. Così che possa, a partire proprio da adesso, seguirvi ovunque voi vogliate andare. Potete trascinarmi con voi nel tornado. Se venite a cercarmi vi riconoscerò.n

 

Traduzione di Valeria Stabile

Le opere di Paul B. Preciado sono pubblicate in Italia da Fandango Libri. Il suo ultimo libro è “Sono un mostro che vi parla”.

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