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Cultura
marzo, 2024

Akira Toriyama ha disegnato i miei sogni

Scompare a 68 anni il mangaka creatore di Dragon Ball. Capace di rivoluzionare un intero settore e "scrivere" l'immaginario dei ragazzi di tutto il mondo. Per almeno due generazioni.

Non credete a quello che avete letto: tutto quelli della mia generazione e di quella successiva lo sanno bene. In Dragon Ball muoiono tutti ma poi ci sono le sfere del drago. Ci sono Shenron e Polunga che risolvono tutto. Basta trovare quelle sette sfere - le Dragon Ball appunto - e si torna in vita. Lo abbiamo fatto per Goku mille volte, per Vegeta e per interi pianeti. E invece per Akira Toriyama, che quel mondo lo ha inventato e popolato per trent’anni, quelle sfere dicono non si possono usare: perché sono solo disegnate, erano solo il suo mondo che ha costruito e animato per noi.

 

La notizia della morte del più grande dei mangaka è il classico evento che per qualcuno sarà solo una news da scrollare, ma per tanti altri è un trauma generazionale, che ci ricorda come anche gli Dei possono morire (e infatti in Dragon Ball ne morivano a palate). Descrivere l'impatto sul nostro immaginario quotidiano di Toriyama è impossibile. Non bastano le centinaia di milioni di copie del suo manga più importante. Le miliardi di ore visualizzate dei tante anime che ne hanno fatto. Le centinaia (si, davvero) di videogiochi da questi tratti. L’infinità di merchandising creato con Goku e super Sayan vari.

 

Dragon Ball non ha portato il Giappone in Italia: Dragon Ball è stato quello che Michael Jordan è stato per il basket. Ha preso un mondo di creatività che già esisteva e lo ha messo al centro dei nostri sogni, dei nostri pomeriggi in tv, dei nostri discorsi con gli amici a scuola, del nostro lessico. Senza sfociare nel boomerismo più cringe, chi non ha mai lanciato un’onda energetica (kamehameha) o chi non ha provato a trasformarsi in super sayan urlando davanti a uno specchio non ha avuto una infanzia felice.

 

L’impatto culturale e mediatico di Dragon Ball (la più importante ma non l’unica opera di Toriyama) è un tema che occupa tesi e dibattiti, impossibili da riassumere in poche righe. La rivoluzione portata al settore dei shonen (i manda di combattimento) da Goku e compagni sono infinite. E, diciamolo onestamente, non tutte felicissime come dimostra l’ormai ossessiva ripetitività dei canovacci che infesta le ultime serie e altre opere simili.

 

Ma Toriyama è riuscito a costruire degli eroi ultra generazionali, di cui i padri nati negli anni 80 possono parlare con i loro figli gen Z o alpha senza prendere insulti.

 

Ciao Akira, tu non mi hai mai conosciuto. Ma hai disegnato i miei sogni. Corri su quel torpedone del drago e salutami re Kaio. In realtà a te non servono le sfere. Sei immortale.

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