Cultura
10 ottobre, 2025È una storia che conquista un po’ alla volta dove c’è tanta Ferrari, ci sono i circuiti di F1, i piloti, Modena e Bologna ma anche e soprattutto la passione e la carica di un uomo che ha fatto rinascere due volte, sempre vincente, la Rossa di Maranello
Un docufilm racconta la vita di Luca Cordero di Montezemolo, s’intitola “Luca, seeing red” ed è stato appena presentato a Roma, dopo le anteprime di Milano e Londra. È una storia che conquista un po’ alla volta dove c’è tanta Ferrari, ci sono i circuiti di F1, i piloti, Modena e Bologna ma anche e soprattutto la passione e la carica di un uomo che ha fatto rinascere due volte, sempre vincente, la Rossa di Maranello dove però alle “sue” telecamere è stato espressamente vietato l’ingresso
Direttore sportivo della rossa a 28 anni
Nella pellicola, diretta da Christopher M. Armstrong e Manish Pandey, si parla innanzitutto della sua più grande avventura nel mondo delle corse con la Ferrari (“la cosa più importante dopo la mia famiglia”). La storia di un giovane studente di legge appassionato di motori che conquista la fiducia di Enzo Ferrari, diventandone velocemente direttore sportivo della scuderia ad appena 28 anni, nel 1975, per poi uscirne due anni dopo per andare a ricoprire una serie di incarichi: dalle relazioni esterne della Fiat alla guida di Itedi, la holding che allora controllava la Stampa, fino all’organizzazione del consorzio Azzurra per la Coppa America e la guida del comitato organizzatore dei mondiali di calcio di Italia 90.
Così finisce una storia
Tante esperienze per poi tornare nel 1991 alla presidenza della Ferrari fino al giorno del suo addio nel 2014. Un risveglio amaro, quel 10 settembre, quando è arrivato il licenziamento prima in diretta tv da parte di Sergio Marchionne e subito dopo con una lettera con tanto di ringraziamenti di rito da parte di John Elkann e Marchionne stesso (rispettivamente presidente e amministratore delegato di Fca che deteneva allora il controllo del marchio sportivo più conosciuto al mondo) che subito dopo prenderà il suo posto alla Ferrari.
Ma “Luca seeing red”, vede rosso nonostante tutto. Nonostante l’epilogo più incredibile per un manager che ha passato gran parte della sua vita a Maranello, tra i circuiti di tutto il mondo, che ha conquistato 19 titoli e ha portato alla Ferrari Niki Lauda e Michael Schumacher. Se non è un film questo?
Le idee degli autori
E infatti l’ha realizzato il giornalista britannico Chris Harris, volto di Top Gear, la più popolare delle trasmissioni televisive dedicate all’automobile, che non ha mai nascosto le critiche per Ferrari di oggi e la stima per l’ex presidente: “Se fossi il ceo della rossa, mi siederei per un mese con Montezemolo, ogni giorno, e gli chiederei: “Cosa pensi di fare con l’azienda? La sua visione per il gruppo, e il modo in cui l’ha concretizzata sono stati fantastici. Aveva un carisma magnetico, per me è stato il migliore leader dell’azienda dopo Enzo Ferrari. L’azienda ha perso progressivamente il contatto con le persone a cui piace guidare, continuano a produrre ottime macchine ma manca un po’ di brivido”. Soprattutto di emozione che invece Harris, ha saputo ricostruire nel dialogo con Montezemolo nella sua tenuta alle porte di Bologna. Un viaggio nella sua vita “lavorativa” senza sconfinare (per precisa richiesta) nella vita privata.
“Un film che fa vedere delle cose buone per l’Italia”
Ecco allora questo film che secondo Montezemolo è “buono per l’Italia perché fa vedere delle cose buone per il nostro Paese”. Un film che racconta storie rocambolesche come quella volta che venne travolto da Ronnie Peterson ai box (“mi ruppi un braccio e una gamba, avevo un male terribile e Lauda si arrabbiò perché non gli avevo più dato comunicazioni in gara, lo mandai aff...”. Ma anche retroscena inediti, come quando si era messo in testa di prendere Senna alla Ferrari: «Ayrton Senna venne a casa mia tre giorni prima di morire a Imola, non era contento di dove stava alla Williams». Questo ed altro in una storia di passioni e di scommesse vinte. 108 minuti di corsa. Come la “sua” Ferrari.
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