Cultura
24 ottobre, 2025Non si ferma l'agitazione del teatro di Venezia contro la nomina della nuova direttrice d'orchestra: "Questa gestione ha rotto in modo irreparabile il rapporto di fiducia con le lavoratrici e i lavoratori"
La contestazione degli operatori del teatro La Fenice di Venezia si allarga anche al sovrintendente Nicola Colabianchi, che non intende fare un passo indietro sulla nomina di Beatrice Venezi a nuova direttrice d’orchestra dal 2026. “Questa gestione ha rotto in modo irreparabile il rapporto di fiducia con le lavoratrici e i lavoratori — affermano in una nota le Rsu dell’ente lirico insieme al sindacato Usb, come scrivono i quotidiani Il Gazzettino, La Nuova Venezia e Corriere del Veneto —. Il risultato della manifestazione del 17 ottobre con oltre duemila persone ha dimostrato che La Fenice non accetta di essere guidata senza rispetto, senza ascolto e senza visione. La mobilitazione — conclude la nota — non si fermerà fino a quando non verrà ristabilito un clima di rispetto, trasparenza e partecipazione all'altezza della Fenice”.
Lo scorso 17 ottobre, i lavoratori del teatro hanno incrociato le braccia e hanno fatto saltare la prima dell’opera Wozzeck di Alban Berg. Viene contestato il metodo della nomina da parte di Colabianchi, perché ritenuta figlia di pressioni politiche, per la vicinanza di Venezi a Fratelli d’Italia — nel 2021 ha vinto il premio Atreju assegnato dalla festa dei giovani meloniani, dal 2022 è consulente del ministero della Cultura — ma anche per il suo profilo, giudicato per il suo curriculum poco idonea al ruolo.
Per ora, Colabianchi non commenta. A parlare è il sindaco di Venezia, e presidente della fondazione de La Fenice, Luigi Brugnaro, che ha definito la situazione “irrispettosa verso il pubblico e violenta contro Venezi. Non si era mai visto nulla di simile” e ha criticato il concerto in Campo Sant'Angelo in occasione dello sciopero della scorsa settimana.
“Faccio lo sciopero in gelateria - commenta il primo cittadino - e poi vado a distribuire il gelato gratis? Colabianchi ha chiesto scusa per la modalità e ricordo che per legge non è tenuto a confrontarsi con nessuno — ha proseguito il sindaco — Venezi è una donna di 35 anni, come può avere il curriculum di uno di 70? E se non diamo fiducia ai giovani... Siamo alle crociate preventive. Cercherò di trovare il dialogo, ma con molti è impossibile", conclude.
Ma c’è anche un altro caso, internazionale, che scuote le acque. Dopo che il quotidiano argentino La Nacion ha scritto di una lettera inviata dall’ambasciata italiana in cui “l’amicizia con Meloni” e il suo “incarico di consigliera al ministero della Cultura” venivano indicati come elementi per caldeggiare la nomina di Venezi a direttrice ospite dello storico Teatro Colon di Buenos Aires, il Movimento 5 stelle ha annunciato la presentazione di un’interrogazione parlamentare per far luce su quanto accaduto.
A inizio ottobre, quando è scoppiata la polemica, Venezi ha deciso di dare mandato legale a Giulia Bongiorno, senatrice della Lega e legale, tra gli altri, di Matteo Salvini nel processo Open Arms.
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