Mondo
27 ottobre, 2025Calendarizzato in Parlamento il disegno di legge su cui il ministro Ben Gvir aveva dato l'ultimatum per rimanere al governo. Secondo una recente inchiesta giornalistica, la maggior parte dei palestinesi accusati di essere miliziani sono in realtà civili
Il via libera per la discussione era stato dato lo scorso 28 settembre dalla commissione per la Sicurezza nazionale del Parlamento israeliano. Ora c’è una tabella di marcia definita, con il disegno di legge che introdurrebbe la pena di morte per chi è accusato di terrorismo calendarizzato alla Knesset la prossima settimana. Lo ha annunciato l'ufficio del capo della coalizione, Ofir Katz, precisando che al termine del nuovo dibattito presso la Commissione per la sicurezza nazionale si terrà la votazione.
La pena capitale per chi è accusato di terrorismo era la conditio sine qua non posta dal ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, per continuare ad appoggiare il governo Netanyahu. Ma il punto più delicato è un altro, e cioè l’indeterminatezza con cui, soprattutto dal 7 ottobre, Israele ha usato l’accusa di “terrorismo”.
Secondo una recente inchiesta delle due testate investigativa israeliane +972 Magazine e Local Call, i detenuti palestinesi attualmente nelle carceri israeliane sarebbero in gran parte civili: secondo i due media, un quarto dei circa 6 mila palestinesi arrestati a Gaza è stato identificato dall’esercito di Tel Aviv come combattente. E, quindi, terroristi.
Anche la dicitura della nuova disposizione che verrebbe introdotta sarebbe abbastanza indefinita, perché si qualificherebbe come terrorismo qualsiasi “omicidio commesso con motivazione di razzismo o ostilità nei confronti del pubblico e con l’intento di danneggiare lo Stato di Israele e la rinascita del popolo ebraico nella sua terra”.
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Russian Secrets - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 24 ottobre, è disponibile in edicola e in app



