Cultura
31 ottobre, 2025Un dialogo tra un’anziana e una bambina. Un viaggio attraverso la fraternità, a partire da Omero e Ulisse. Danza, musica, voci. A quarant’anni dal debutto torna in scena “Sicuramente amici”
A quarant’anni dal debutto torna sulle scene “Sicuramente amici”, spettacolo a firma di Carlo Tedeschi e Giancarlo De Matteis. Un viaggio partito nel 1986 e arrivato a oggi, con la regia di Tedeschi, dopo migliaia di rappresentazioni in tutta Italia, più di trenta artisti in scena, venti quadri di danza, prosa, mimo e musica, oltre trecento costumi. Ancora oggi l’opera vanta un pubblico affezionato che ricorda le scene e i brani di quella rappresentazione che riportò in auge la tradizione della commedia musicale italiana fondendola con il musical americano. Non solo uno spettacolo, ma anche un libro, con la trasposizione dei copioni e i bozzetti originali dei costumi, a cura di Tedeschi.
L’opera andrà in scena a Roma presso lo Spazio Rossellini dal 2 al 4 novembre, a seguire matinée a Tivoli e Nettuno e dal 16 novembre al Teatro Leo Amici del Lago di Monte Colombo a Rimini, un progetto nato negli anni Ottanta a partire da un gruppo di giovani volontari che trasformò un podere abbandonato in un luogo dedicato alla pace, all’amore e alla solidarietà. Un simbolo di fraternità con un lago a forma di cuore al centro.
Dopo l’ultima rappresentazione nella stagione 2016, il musical torna in una nuova versione che si è adattata alle nuove tecnologie, con una nuova colonna sonora originale realizzata dal musicista e arrangiatore Emanuele Tedeschi. Il tutto con la partecipazione della Compagnia RDL e del suo corpo di ballo, con i performer Francesco Troilo di Carlo, Jacopo Malpasso e Annamaria Bianchini.
Al centro l’amicizia, dalla preistoria fino all’epoca contemporanea. Attraverso il dialogo tra la Vecchia Umanità - un’anziana signora - e la Nuova Umanità - una bambina - gli spettatori vengono immersi nei racconti di amicizia tra grandi personaggi di epoche diverse: da Omero e Ulisse a Mago Merlino e Re Artù, a Leonardo e Salaì. E sarà la Nuova Umanità ad imparare dalla Vecchia il vero valore dell’amicizia, l’unica arma che non uccide ma che difende, unisce e consola nel tempo. «Prima che esistessero tutte le cose», dice la Vecchia all’inizio del suo racconto «vagava nello spazio la polvere nera che faceva ammalare d’odio e tristezza chiunque la respirasse». Sarà proprio la forza del legame tra gli esseri umani, rappresentata dall’intreccio delle vite di questi personaggi, a costituire l’unico antidoto contro quella polvere nera.
La passione e l’autenticità dietro lo spettacolo emergono dalle stesse parole di Tedeschi, che ricorda il ruolo fondamentale di Leo Amici per la sua formazione e per lo spettacolo, nato proprio da una conversazione sul “grigiore del mondo” e la “necessità di rallegrarlo”. Da qui l’idea di «raccontare la favola di due amici nel corso della storia e del fiore dell’amicizia». Dalla prima rappresentazione al teatro Tenda di Firenze sono passati ormai quarant’anni, quando un gruppo di ragazzi genuinamente incosciente si buttò a capofitto in quello che sarebbe diventato uno spettacolo di successo. E con il contributo di artisti come Giancarlo De Matteis e Annamaria Bianchini, che decisero di credere nella giovane compagnia di Tedeschi e nel suo progetto, fu chiara fin da subito la portata profondamente umana dello spettacolo. «Questo è stato il mio momento magico», dice Tedeschi ricordando la volontà e lo spirito di quel gruppo di giovani, oltre che tutte le persone che lo hanno accompagnato in questa avventura.
Il regista racconta di una specifica scena dello spettacolo, quando la vecchia signora, indicando il pavimento sotto di loro, parla alla bambina: «Ti dico un’ultima cosa sull’umanità. Tutti si tengono su un fondo nero, mai una volta calzassero lo sguardo per guardare oltre, oltre quel cielo». Come se in quest’attimo l’umanità prendesse coscienza di se stessa, dei suoi limiti e della sua strada. Un invito a guardare oltre la nostra individualità, facendosi trasportare dalla musica, dalla danza e dai colori del musical, ritrovando un po’ di noi stessi nella Nuova Umanità e imparando dalla Vecchia, in un’operazione di sintesi tra passato e futuro. Una lettura consapevole, insomma, di come l’umanità possa cambiare guardando se stessa e il suo passato, i suoi errori soprattutto, in un atto di lucidità collettiva.
La forza di “Sicuramente amici” sta nella sua capacità di unire linguaggi diversi tra loro, dalla parola, alla musica, al corpo, alla luce, trasportando lo spettatore in un’esperienza sensoriale, oltre che in una riflessione emotiva. Più di uno spettacolo, dunque. Un inno alla solidarietà, un’opera in grado di parlare al cuore di grandi e piccoli, capace di unire attraverso la magia e la potenza del teatro.

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