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31 ottobre, 2025Alta tensione di fronte alle coste del Paese sudamericano. Il leader di Caracas chiede aiuto alla Russia, ma scrive anche a Cina e Iran. Le indiscrezioni dei media americani su imminenti attacchi statunitensi contro basi di narcos in Venezuela
Di fronte alle coste del Venezuela la tensione è alle stelle. Dopo l’indiscrezione di alcuni media americani su un imminente attacco degli Stati Uniti contro le basi dei narcos all’interno del Paese sudamericano, ora Nicolas Maduro chiede una mano al presidente russo Vladimir Putin, suo stretto alleato: negli scorsi giorni è stato ratificato un nuovo trattato di cooperazione tra Mosca e Caracas, e un aereo cargo russo II-76, già sanzionato da Washington, è atterrato nella capitale venezuelana evitando di sorvolare lo spazio aereo occidentale.
Il leader venezuelano avrebbe contattato anche la Cina e l’Iran, sollecitando assistenza militare e attrezzature per rafforzare le difese del Paese.
Quasi in contemporanea, Donald Trump fa però sapere di non aver ancora preso una decisione in merito a possibili raid contro il Venezuela. Alla domanda di un giornalista a bordo dell’Air Force One, il presidente degli Stati Uniti ha risposto con un secco “no”.
Le reali intenzioni di Trump si scopriranno meglio nelle prossime ore (o, al massimo, nei prossimi giorni). Oggi — 31 ottobre — sia il Wall Street Journal che il Miami Herald hanno scritto, entrambi citando “fonti informate”, dell’imminenza di attacchi statunitensi contro basi dei narcos in Venezuela. In particolare, contro il cartello Soles, secondo Trump direttamente legato al regime di Maduro. Nelle scorse settimane gli Stati Uniti hanno spostato diverse navi militari di fronte al Venezuela, a cui si è aggiunta la portaerei USS Gerald Ford. E Trump ha ammesso di aver autorizzato operazioni d’intelligence che riecheggiano il protagonismo della Cia di kissingeriana memoria.
Finora le operazioni militari statunitensi si sono “limitate” (si fa per dire) a colpire imbarcazioni di presunti narcotrafficanti: sono 14 le navi colpite, con almeno 57 persone uccise sospettate di essere impegnate in attività legate al traffico di droga. E sempre oggi è arrivata la condanna dell’Onu: “Questi attacchi e il loro crescente costo umano sono inaccettabili. Gli Stati Uniti devono fermarli indipendentemente dai reati penali di cui queste persone sono accusate”, ha commentato Volker Turk, l’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.
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