Cultura
13 novembre, 2025Incontri, performance, laboratori. Fino al 16 novembre si svolge la prima edizione dell’evento culturale, che permette al pubblico di dialogare con performer italiani e internazionali
Cosa fa un artista, come vive, di cosa vive? Quali sono i pensieri e le scelte che danno origine al suo lavoro? Sono alcune delle domande al centro della prima edizione di ARTis – Festival dell’Arte, ideato da Vittorio Bo e in corso a Vicenza fino al 16 novembre. Il tema dell’evento, “Non vi è arte senza artista”, guida incontri, performance e laboratori, mettendo in luce il percorso creativo dietro ogni invenzione.
L’arte non è soltanto qualcosa da contemplare: è un campo di forze che mette in discussione la realtà, ne rivela le contraddizioni, apre varchi di senso. Spesso, però, ciò che rimane nascosto è proprio il percorso che porta l’artista a creare, o il contesto professionale necessario per farlo. L’obiettivo del Festival è colmare la distanza che separa l’artista dal proprio pubblico, chi inventa e dà vita a performance da chi osserva e ne gode, offrendo al pubblico la possibilità di dialogare dal vivo con personalità dell'universo creativo e comprendere le intenzioni e i gesti che precedono l’opera.

Tra gli ospiti spiccano la regista e fotografa iraniana Shirin Neshat, che riflette sul rapporto tra arte e impegno politico e sociale; gli artisti visivi britannici Ackroyd & Harvey, che raccontano la loro ricerca tra arte ambientale e attivismo; la scultrice Katharine Dowson, che dialoga con Semir Zeki, neurobiologo fondatore della Neuroestetica, sulle connessioni tra cervello e percezione estetica

Il festival ospita anche Martin Kemp, massimo esperto di Leonardo da Vinci, che esplora la mente del genio rinascimentale; Martin Gayford, critico e scrittore, che racconta la pittura contemporanea e il suo dialogo con artisti come David Hockney; Bill Sherman, direttore del Warburg Institute, che celebra i 75 anni del libro “The Story of Art” di Ernst Gombrich, interrogandosi sul ruolo dell’arte in un mondo digitale.
Tra gli artisti italiani partecipano Arcangelo Sassolino, che indaga la relazione tra arte e fisica; Ugo Nespolo, che riflette sull’arte nell’era del disincanto; Renata Boero, sul legame tra materia e spiritualità; Sabrina Mezzaqui, che intreccia parola e tessitura; Nicola Samorì, che dialoga con la tradizione pittorica; Gian Maria Tosatti, che apre un confronto sull’identità dell’artista contemporaneo; Emilio Isgrò, che indaga il potere della parola; e Marzia Migliora, che affronta i temi ambientali e sociali. Completano il programma voci della critica e della filosofia come Demetrio Paparoni, Cristiana Collu, Bartolomeo Pietromarchi, Jacopo Veneziani, Vincenzo Trione, Vittorio Urbani e Rob Riemen, che invita a “diventare umani” attraverso la bellezza e i valori dell’umanesimo.

ARTis non vuole essere un mercato dell’arte, ma una grande festa aperta a tutti per permettere al pubblico di comprendere l’arte contemporanea attraverso chi la rende viva, fruendo al contempo della città e del suo patrimonio. Vicenza diventa così laboratorio culturale, con i suoi luoghi più significativi trasformati in palcoscenici veri e propri. Tra gli spazi che ospitano il festival figurano la Biblioteca Civica Bertoliana, il Teatro Olimpico, il Museo Diocesano e il Palazzo Valmarana Braga, opera incompiuta di Andrea Palladio. In quest’ultimo, l’artista veneziana Matilde Sambo sviluppa un progetto site-specific, aprendo il proprio studio al pubblico per visite e conversazioni.

Accanto a questi incontri, si propone un ricco programma educational per scuole e famiglie. Dal 10 al 14 novembre, infatti, musei e spazi vicentini ospitano laboratori gratuiti che stimolano curiosità, creatività e senso critico: dal cielo e i suoi simboli in “Quella notte stellata”, alla costruzione di sculture narrative in “Il mio totem”, dalle città immaginarie ispirate al pittore Canaletto in “Che pasticcio!” alle storie condivise di “Legarsi all’albero” dedicate a Maria Lai. I laboratori si estendono a fotografia, arti visive e progetti di inclusione e immaginazione. Le attività per le famiglie comprendono esperienze tattili e interattive come “Storie da toccare” al Museo Omero, costruzione collettiva di grattacieli e percorsi esplorativi come “Detective dei minerali”. Il festival offre così un’esperienza educativa e partecipativa che unisce arte, gioco e scoperta, per bambini e adulti.
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