Cultura
3 dicembre, 2025Dopo la lettera con cui si chiedeva di escludere dalla fiera della piccola e media editoria di Roma l'editore con simpatie neofasciste, il passo indietro del fumettista: "Ognuno ha i suoi paletti, questo è il mio"
Alla fiera “Più libri Più liberi” alla fine Zerocalcare non ci sarà. La scelta del fumettista è arrivata dopo le polemiche per la partecipazione della casa editrice “Passaggio al bosco” accusata di aver pubblicato testi che esaltano figure e idee nazifasciste e antisemite. Lo ha annunciato (a modo suo) con un fumetto pubblicato sui social. “Purtroppo non sarò alla fiera romana ‘Più libri Più Liberi’. Purtroppo ognuno c'ha i suoi paletti, questo è il mio. Quando l'ho deciso, quindici anni fa, mi pareva semplicissimo da applicare. Oggi è una specie di campo minato”.
Penso, ha aggiunto Zerocalcare, “che questo ci costringa a rifletterne insieme, di più, e in modo più efficace. Gente a cui voglio bene ha fatto scelte diverse, sono sicuro che sapranno far sentire le loro voci e faccio il tifo per loro. Mi spiace davvero per chi veniva apposta, cercheremo di trovare un'altra occasione per chi voleva un disegnetto sul libro nuovo”.
Zerocalcare aveva firmato insieme a un centinaio di autori e autrici - da Alessandro Barbero ad Antonio Scurati, da Carlo Ginzburg ad Anna Foa - una lettera aperta in cui si chiedeva all’Associazione italiana editori di escludere l’editore che, tra i titoli, ha un “pamphlet scritto da Leon Degrelle, fondatore della divisione vallona delle Waffen SS”, che “rappresenterebbe ‘impareggiabile contributo alla formazione dell’élite militante’”. Ma anche un altro libro con protagonisti i volontari delle brigate nere, che racconta “l’eroica resistenza degli ultimi fascisti”.
L’Aie aveva risposto tramite il suo presidente, Innocenzo Cipolletta: “Pensiamo che un tema così importante possa e debba essere dibattuto", e ha proposto propone di trovare uno spazio per farlo e "per ribadire il nostro impegno per il rispetto dei valori della nostra Costituzione”.
“Appare evidente - avevano scritto nella lettera aperta gli autori - che non si tratta di testi di studio o di indagine su determinati fenomeni o periodi storici, ma di un progetto apologetico che dipinge la temperie dei fascismi europei, anche nei loro aspetti più violenti, persecutori e sanguinari, come un'esperienza eroica da cui trarre esempio - continuavano -. Sorge spontaneo chiedere allora all'Aie com'è possibile che, pur nel rispetto di ogni orientamento politico, questo tipo di pubblicazione sia stata ritenuta compatibile con il regolamento che viene sottoscritto da ogni editore”. La lettera si conclude con la richiesta di “una riflessione sull'opportunità della presenza di tali contenuti nella fiera”.
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