Bara bada bastu! È un grido che suona molto simile al “klatu barada nikto” col quale era possibile fermare il robot capace di distruggere il mondo in “Ultimatum alla terra”, e invece si tratta del titolo del pezzo al momento favorito all’Eurovision Song Contest che si svolgerà da martedì 13 maggio a sabato 17 a Basilea. A cantare “Bara bada bastu”, un titolo che, va detto, fa molto Eurovision, saranno i Kaj, finlandesi che gareggiano per la Svezia. Sono invece molto poco quotati, secondo la piattaforma Eurovisionworld, sia Lucio Corsi che Gabry Ponte, e avrebbe poche chance in più l’estone Tommy Cash.
Dunque ci siamo, mancano pochi giorni all’inizio dell’unica finestra dedicata alla possibilità di guardare oltre confine e scoprire cosa si suona e si canta negli altri Paesi della comunità europea, con le solite eccezioni stabilite da regole antiche e talvolta anche piuttosto complicate. L’edizione 2025 presenta alcune singolarità. La prima e più insolita è la presenza di ben tre concorrenti e tre canzoni che hanno a che fare con l’Italia che è, a norma di regolamento, Paese fondatore e quindi con diritto di accesso automatico alla serata finale.
Il primo dei tre pezzi è quello canonico, cioè il vincitore del festival di Sanremo o, in caso di rinuncia del vincitore, il primo in classifica ad accettare di rappresentare il nostro Paese. Dopo il grande rifiuto di Olly, come ognuno sa, il candidato italiano è diventato d’ufficio Lucio Corsi che ha accettato di buon grado. Ma nel frattempo è cresciuto di importanza il concorso organizzato per individuare il candidato per San Marino, dove tutti ormai vogliono andare avendo capito che può essere una scorciatoia per approdare all’Eurovision. Quest’anno ha vinto Gabry Ponte, che a differenza di Corsi dovrà per regolamento partecipare alle semifinali martedì e giovedì, e quindi non ha la finale assicurata. Ma se arrivasse in finale si troverebbe a gareggiare contro Corsi.
Come terzo incomodo è arrivato Tommy Cash con la sua “Espresso macchiato", pezzo diventato virale un po’ ovunque, e quindi indiziato come possibile competitor per Corsi e Ponte, col suo essere “italiano”, sebbene estone, giocando con luoghi comuni e stereotipi italici. Insomma la situazione ha qualcosa di paradossale, ma rientra nel gioco di questa Eurovision che anno dopo anno sta crescendo di attenzione e interesse dopo essere stata a lungo bandita dalla nostra Tv. Una situazione ribaltata al punto che ora la vorremmo vincere tutti gli anni: ma quest’anno c’è il rischio che italiani e pseudoitaliani possano pestarsi i piedi a vicenda e favorire l’urlo svedese: “Bara bada bastu!”