Siamo fatti di logos, di vocali e di consonanti che combinati insieme sono in grado di esprimere l’infinito. E la 37° edizione del Salone internazionale del Libro, dal 15 al 19 maggio al Lingotto Fiere di Torino, «omaggia le parole e la particolare materia di cui sono fatte: leggere, precise, preziose», spiega Annalena Benini, direttrice della rassegna che ha voluto intitolare “Le parole tra noi leggere” prendendo a prestito il romanzo di Lalla Romano, vincitore del Premio Strega nel 1969: come lo scorso anno aveva fatto con la “Vita immaginaria” di Natalia Ginzburg, precisa scelta di non relegare al passato la voce di grandi autrici.
Torna il più importante appuntamento con i libri, in un anno che si preannuncia in salita: nei primi tre mesi, informa l’Associazione Italiana Editori, l’editoria di varia, cioè i romanzi e i saggi venduti nelle librerie fisiche, online e nella grande distribuzione, ha subito una flessione, rispetto ai primi tre mesi del 2024, del 3,4 per cento. Risultato? Quasi un milione di copie in meno acquistate, pari a 11,9 milioni di euro di minor spesa dei consumatori. E se i dati saranno al centro del consueto incontro con i protagonisti dell’editoria (il 16 maggio, dalle 10,30), per correre ai ripari è corsa contro il tempo: di politiche a sostegno del libro i rappresentanti della filiera parleranno con il ministro della Cultura Alessandro Giuli, nella giornata inaugurale (il 15 alle 15).
Appuntamenti necessari per individuare le ragioni – la fine del bonus cultura “18app”? il consolidarsi di abitudini antilettura? il ritardato sostegno alle biblioteche? consumi culturali generali in calo? – e per investire su una vera promozione della lettura. Che vista da qui è più vitale che mai, con editori e lettori che confermano alleanze, gruppi di lettura che si mescolano, temi della contemporaneità affrontati con la competenza di chi li studia. Otto sezioni incorniciano gli incontri – dall’Arte al Cinema, dalla Leggerezza al Romance. Svariati i temi in gioco – dallo spazio delle donne alla natura fragile, dalla fantasia al bisogno di Dio. Perché le parole hanno la stessa sostanza dei sogni di ognuno: suoni, misteri. E legami invisibili tra chi ama leggere. Da riconoscere, valorizzare: comunità da cui ripartire.