La decima edizione del premio nazionale Elio Pagliarani si terrà a Roma domenica 25 maggio al Palazzo delle esposizioni. Ad Antonella Anedda verrà assegnato un riconoscimento alla carriera

Un premio per “l’artigianato poetico”, fuori dalle regole del mercato

Innovazione della forma e costante sperimentazione del linguaggio sono le due direttrici che guidano il premio nazionale Elio Pagliarani, giunto alla decima edizione con l’obiettivo di dare spazio e valore all’estetica e ai messaggi della poesia contemporanea.

 

Il premio, che anche quest’anno è patrocinato dal ministero della Cultura, dalla Regione Lazio, dalla Regione Emilia Romagna, dal comune di Roma, dal comune di Rimini e dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna, è dedicato alla memoria del poeta di Viserba, in provincia di Rimini, tra gli artisti più attivi nello scenario letterario italiano di fine Novecento. Lo si ricorda principalmente per “La ragazza Carla”, “La ballata di Rudi” e per le sue pubblicazioni nella storica antologia “I Novissimi” del 1961. Negli anni Sessanta fu anche tra i principali esponenti della Neoavanguardia con il Gruppo 63.

 

La visione della poesia e l’eredità artistica di Elio Pagliarani permangono ancora oggi non solo nelle opere pubblicate, ma anche nel lavoro della moglie e presidente dell’associazione che porta il suo nome, Cetta Petrollo Pagliarani, che sceglie proprio un suo testo per descrivere gli obiettivi del premio: «ma poi s’impara dai polsi che il discrimine è nell’ottusa pazienza dell’artigiano, nella follia puntuale di un artigiano senza committente. (…) No a Michelangelo se si fosse amministrato i profitti e le perdite del sangue». L’estratto di “Lezione di fisica, Dalle negazioni a Giò Pomodoro” (“Tutte le poesie”, Il Saggiatore, 2019) è la premessa ma anche il fulcro delle intenzioni dell’evento dedicato al poeta: «Il significato di insistere con la poesia oggi? Insistere con un premio? Insistere su un'arte senza committente, e il poeta, non amministra i profitti e le perdite del sangue» afferma la presidente . «Se lo fa è altro, un personaggio, un intellettuale, credo. Questo premio ambisce a mettersi fuori dal mercato culturale proseguendo le attività avviate e ideate da Pagliarani, i laboratori di scrittura, la rivista Videor; a riportare al centro la pesante marginalità, l'importante marginalità dell'artigianato poetico».

 

Sono dunque sei in tutto le opere finaliste di questa decima edizione, al vaglio di due giurie composte da alcuni dei maggiori poeti, autori studiosi contemporanei, tra cui Luigi Ballerini, Maria Grazia Calandrone, Ennio Cavalli, Andrea Cortellessa e Paolo Giovannetti. I finalisti si suddividono in tre opere edite e tre inedite, rispettivamente: “Eredità ed estinzione" (Donzelli Editore) di Giovanna Frene; “Sorelle di confine” (Marco Saya Editore) di Jonida Prifti; “Testamentum porcelli" (La vita felice) di Gianluca Rizzo e “Idolâtrie” di Damiana De Gennaro; “Doppio fuoco" di Rossella Maiore Tamponi e "La casa dell’ucciso” di Ade Zeno. I vincitori verranno annunciati durante la cerimonia di premiazione, condotta da Arnaldo Colasanti, che si terrà domenica 25 maggio 2025 al Palazzo delle Esposizioni di Roma, all’interno della Giornata Pagliarani, interamente dedicata al decennale dell’attività dell’omonima associazione. È stato invece già annunciato il premio alla carriera, assegnato quest’anno alla poetessa Antonella Anedda

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