Trump spara una pallina da golf contro il cantante. E dimostra un’insofferenza che rende le critiche ancora più necessarie

Arcinemico Springsteen

Proviamo a immaginare Giorgia Meloni che pubblica un video in cui con una fionda lancia una pallina che colpisce in pieno Piero Pelù dopo che lui ha postato una critica che coinvolge le scelte del Governo. Ridicolo, vero? Impossibile? Fortunatamente sì, ma a pensarci bene è esattamente quello che è successo in America alcuni giorni fa. Il video della pallina da golf che colpisce Bruce Springsteen è un punto di non ritorno, un episodio che supera l’immaginabile, una pagliacciata indecorosa successa quando dopo un lungo silenzio Springsteen, uno di quelli da cui era legittimo aspettarsi un segno, si è deciso a dire una cosa contro le scelleratezze dell’amministrazione Trump. 

 

«Di’ qualcosa di sinistra!» era il coro che l’intero popolo springsteeniano mormorava sottovoce, ma la risposta alla fine è arrivata, forte, netta, un richiamo ai valori su cui è stata costruita la nazione e che vengono disattesi, scatenando l’ira del Presidente, il quale con un atteggiamento a dir poco irrituale non manca di lanciare invettive, insulti o denigrazioni contro tutti i musicisti che hanno manifestato una qualche forma di dissenso. In America il fronte è piuttosto ampio e coinvolge un vasto schieramento che va da una fetta del mondo del cinema, con in testa Robert De Niro che è un protagonista abituale del dissenso, fino a insospettabili come Taylor Swift

 

E ovviamente la sola idea che proprio un personaggio come Swift, la più amata e popolare diva d’America, di sicuro non conosciuta per il suo “impegno” politico, possa essere contro di lui fa sragionare Trump, e lui reagisce in modo scomposto. Insomma qualcosa si muove, così come finalmente sembra allargarsi il coro di protesta contro l’indegno e osceno comportamento del governo israeliano. A parte Roger Waters e Annie Lennox, che protestano dal primo giorno, ci sono i Massive Attack e ora anche Bono ha iniziato a lanciare dichiarazioni nette. Ora la celebre boutade di Nanni Moretti, che proprio in questi giorni ha alzato anche lui la voce contro la follia sterminatrice di Benjamin Netanyahu, verrebbe da girarla ai protagonisti della scena attuale, anzi meglio: non dite qualcosa necessariamente di sinistra, non c’è bisogno di arrivare a tanto, basterebbe dire qualcosa, ricordarsi che per il ruolo che interpretano si rivolgono a migliaia di giovani che li seguono sui social, che li vanno a vedere in concerto, basterebbe dire qualcosa su quello che sta succedendo, dire quello che pensano, perché qualcosa penseranno. Perfino all’Eurovision qualcuno si è ribellato, sostenendo che il silenzio su quello che sta accadendo a Gaza non è più un’opzione accettabile. Perché questo è esattamente il punto: non si può tacere.

Up & Down

La buona notizia è che Caparezza è in studio a produrre nuova musica e che dopo quattro anni tornerà a fare concerti. Quella più singolare è che il tour annunciato è per l’anno prossimo, si svolgerà da giugno a settembre del 2026, e quindi per vederlo bisogna decidere ora, più di un anno prima.

 

Che simpatica è Jennifer Lopez. Per avere il sommo privilegio di fare un selfie con lei, il 27 luglio a Lucca, basta sborsare (in anticipo) la modica cifra di 1400 euro, oltre naturalmente a pagare il prezzo del biglietto del concerto. Certo, nessuno obbliga i fan a sottoporsi al salasso, ma lei un vago senso di vergogna non lo prova?

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