Cultura
24 luglio, 2025La deriva dei potenti. Il mito di Ubu re. I riferimenti a Trump. “Monster’s Paradise” in prima mondiale all’Opera di Amburgo nel 2026. Il direttore artistico e la compositrice-librettista: colloquio con Tobias Kratzer e Olga Neuwirth
È stata una voce che veniva dal mondo dell’Opera a incuriosirci, ma non quella di un cantante, bensì l’indiscrezione che in “Monster’s Paradise”, che debutterà in prima mondiale ad Amburgo nel febbraio 2026, un personaggio somigliasse a Donald Trump. Valeva la pena cercare di saperne di più. Abbiamo posto le nostre domande al direttore artistico dell’Opera di Amburgo Tobias Kratzer, che ha commissionato il lavoro e ne sarà regista, e a Olga Neuwirth, compositrice e librettista, che sta lavorando a “Monster’s Paradise” assieme a Elfriede Jelinek (Nobel per la Letteratura 2004), co-autrice del libretto. Il discorso si è allargato a paure, speranze, opera contemporanea, riferimenti colti e pop. Dopo Amburgo “Monster’s Paradise” andrà a Zurigo e Graz.
Signor Kratzer, il tirannico re dell’opera somiglia al presidente Trump?
«Sì, ha qualcosa a che vedere con Donald Trump, ma va anche oltre. Questo non è un lavoro sulla politica di tutti i giorni. Il personaggio principale è un re o presidente, cui si contrappone una creatura chiamata Gorgonzilla. Quindi la domanda è questa: “Se i leader del mondo sono mostri, chi potrà fermarli? Una democrazia razionale o altri mostri?” È una riflessione sulla condizione del mondo. L’opera sarà divisa in cinque grandi scene, con molte scenografie e molti video, anche dal vivo. Sarà un grande spettacolo, perché credo che l’opera contemporanea non debba essere sempre grigia, intima e compressa. In questo caso stiamo puntando a uno spettacolo politico».
Vuole dunque spiegarmi l’aspetto politico di “Monster’s Paradise”?
«Viviamo in un mondo in cui i leader non sono saggi e democratici come quelli che abbiamo conosciuto in passato e che probabilmente vorremmo al potere. I movimenti antidemocratici che stanno avanzando sono lontani dalla discussione democratica e razionale. Credo che questo li renda impossibili da afferrare per il giornalismo o per un’analisi politica. L’ Opera è vicina all’irrazionale, all’esagerazione, dunque è probabilmente la migliore forma d’arte per confrontarsi con questo tipo di potere politico».
Olga Neuwirth (Premio Ernst von Siemens per la musica 2022) ci dà qualche anticipazione in più sul personaggio ispirato a Donald Trump: «Non si può fare una caricatura di quest’uomo. Il nostro personaggio è un ragazzo viziato e vizioso circondato da due yes-man narcisisti. Questo re/ presidente è piuttosto un moderno Re Ubu. Il suo canto cambia rapidamente tra lo zuccheroso e il grossolanamente ruvido, caratterizzando il suo metodo di bastone e carota per demoralizzare e manipolare gli altri. Talvolta si esprime in una specie di grammelot musicale, che ho sempre adorato quando Dario Fo lo usava».
L’accostamento è quindi con Ubu, il personaggio crudele, avido, demagogo, borioso e vile creato da Alfred Jarry per “Ubu Re” e “Ubu incatenato”, due drammi publicati nel 1900 e da rileggere oggi più che mai. La parte del re/ presidente sarà affidata al baritono austriaco Georg Nigl, quella di Gorgonzilla alla cantante italiana Anna Clementi.
Signor Kratzer, ci saranno riferimenti diretti a Trump durante l’opera?
«Ci saranno riferimenti indiretti, per esempio il personaggio che arriva con la macchinetta che si usa al golf, uno degli hobby preferiti di Donald Trump».
Lei trova che Trump possa essere di ispirazione per gli artisti?
«Credo che il fenomeno che rappresenta, cioè un potere sostanzialmente irrazionale, chiami l’arte a confrontarsi».
Forse la paura è di ispirazione?
«Sì, e anche la speranza. Quando si vuole cambiare qualcosa l’arte è un buon punto di partenza».
“Monster’s Paradise” durerà 90-100 minuti e sarà cantata in tedesco con passaggi in inglese. Conterrà anche parti recitate, tanto che due ruoli femminili saranno portati in scena da una cantante e una attrice ciascuno. Si tratta delle due Vampire che, ci spiega Olga Neuwirth, «sostengono il mostro marino e la giovane generazione di attivisti per il clima. Le due vagano nel mondo da cento anni e commentano tutto, come una variante al femminile di Waldorf e Statler (I due anziani e irascibili personaggi che nel Muppet Show guardano da un palco e dicono la loro su ciò che accade nel programma, ndr). L’antagonista del re/ presidente è una specie di goffo mostro salvatore del mondo: questa creatura canta e parla con un effetto elettronico come nei film horror degli anni Settanta. Ci sono così tanti mostri nel mondo e le mostruosità stanno diventando sempre più atroci. Come artista quindi voglio credere che il nostro potenziale sia di indicare le lacune e continuare a comunicare con gli altri. Assieme a Elfriede Jelinek, quindi, stiamo esagerando e distorcendo i comportamenti megalomani in una specie di teatro dell’assurdo».
Signora Neuwirth, sta componendo in un determinato stile musicale o con un approccio eclettico?
«Sbufferà, sibilerà e gemerà attraverso diverse frequenze dell’etere in un mondo pieno di caos e destabilizzazione».
Tobias Kratzer, far somigliare un personaggio a Trump è un’idea di marketing per avere più attenzione dai media?
«No, l’opera sta in piedi da sola, il marketing non c’entra».
Perché lei crede nell’opera contemporanea?
«La storia dell’opera non si è fermata, è un’arte molto vitale. Ogni nuova opera è per il futuro, potrebbe essere un classico. Tra cento e più anni forse potranno parlare di “Monster’s Paradise” come noi parliamo oggi di “Fidelio” di Beethoven».
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