Un adesivo rosso in vetrina o su una porta d’ingresso avvisa che quello spazio è anche un “rifugio”. Possiamo vederlo nelle librerie e nelle biblioteche d’Italia ed è lì a raccontarci come quei luoghi non siano solo presidi culturali ma anche sociali, perché oltre ai libri offrono supporto e orientamento alle donne sulla rete dei centri antiviolenza del territorio. Dal 2023 a oggi c’è infatti un vero e proprio circuito di librai e libraie, bibliotecari e bibliotecarie formati sui temi della discriminazione e della violenza di genere e capaci di fornire informazioni utili e un primo aiuto in caso di necessità. È il progetto “I rifugi” e nasce da un’idea della casa editrice Settenove, che per festeggiare i dieci anni di attività ha deciso di creare una rete diffusa di realtà da sensibilizzare.
In collaborazione con Percorso Donna APS organizza un corso online dedicato a chi aderisce. Tre appuntamenti gratuiti per creare una formazione mirata su stereotipi di genere e autodeterminazione, per comprendere come si riconosce e manifesta la violenza e per prestare un primo sostegno di accoglienza e ascolto. Aiutare una donna che ha subito maltrattamenti richiede infatti un iter accurato: senza gli strumenti giusti si può compromettere il momento fondamentale di “primo contatto”. Chi partecipa riceve un kit che contiene, oltre all’adesivo, cartoline con materiale informativo, un poster antiviolenza disegnato dalla fumettista Cristina Portolano e le card con il QR code per la ricerca dei centri antiviolenza divisi per regione. Il tutto per rendere “I rifugi” riconoscibili e diffondere numeri e contatti. Librerie e biblioteche ricevono anche una newsletter bimestrale sulle questioni di genere con dati aggiornati e approfondimenti, poi due volte l’anno sono coinvolte in incontri di scambio e confronto. Per ogni spazio che si unisce la casa editrice dona un libro alla casa rifugio più vicina e informa i centri antiviolenza del territorio, attivando così una rete virtuosa tra le realtà. Rapporti di prossimità che spesso vanno ben oltre il progetto, creando sinergie nuove tra prevenzione e divulgazione. Una mappa sul sito Settenove localizza tutti i presidi da Nord a Sud, in rosso librerie e biblioteche già rifugio e in arancione quelle in formazione.
Al momento sono 134, ma presto diventeranno 260. Una fotografia interessante dell’impegno sociale e culturale su scala nazionale, che dimostra come le grandi città siano più vicine al tema e come nell’entroterra ci siano forse meno opportunità. Dice a L’Espresso Anita Redzepi di Settenove: «Aprendo il progetto alle biblioteche è stato più facile entrare in contatto con i paesi più piccoli, dove spesso non ci sono librerie. Talvolta i centri antiviolenza non sono vicinissimi ma si attiva comunque una rete che rende possibile un importante lavoro di prevenzione». Il progetto “I rifugi” nel 2024 ha avuto l’alto patrocinio del Parlamento Europeo e ha visto il coinvolgimento, durante i corsi, di Differenza Donna e D.i.Re - Donne in Rete Contro la Violenza; quest’anno la terza edizione dedicata alla formazione è sostenuta dalla Fondazione Giulia Cecchettin.