Il libro "Effetto Jane Austen" di Federica Brunini racconta la storia di due sconosciute che si ritrovano a ripercorrere i luoghi che hanno ispirato l'autrice ottocentesca

Sulle tracce del suo segreto

Jane Austen si può riscoprire a ogni età. Si può incontrare nell’adolescenza dei primi amori e non abbandonarla più, ma si può anche amare a 50 anni dopo averla mal sopportata a 20. Lo racconta la scrittrice e giornalista Federica Brunini in “Effetto Jane Austen” (Feltrinelli), un percorso di riavvicinamento all’autrice ottocentesca attraverso la storia di Amelia ed Emma, una donna e una ragazza. Due sconosciute che per motivi diversi, di lavoro e di passione, si ritrovano a ripercorrere i luoghi che hanno ispirato “Ragione e sentimento” o “Persuasione”. Amelia è una fotoreporter inviata in Inghilterra che spera di ritrovare il suo posto nel mondo professionale abbandonato per diventare moglie e madre. Emma è invece una content creator di BookTok e Bookstagram, una piccola celebrità nella comunità digitale degli amanti dei libri di Jane Austen. Arriva da lontano, dal Canada, per festeggiare i suoi diciotto anni insieme al padre George, distaccato e al tempo stesso premuroso come un moderno Mr. Darcy. Una convivenza forzata diventa il modo, per entrambe, di affrontare dubbi e fragilità, nel segno di Jane Austen.

 

«Ero piena di pregiudizi» ammette Brunini che, in quanto giornalista di viaggio ha anche esplorato in prima persona i luoghi che racconta nel romanzo. «Per me Jane Austen è sempre stata l’autrice dei batticuori, dei balli, delle lacrime, la capostipite del genere romance da cui ho sempre cercato e voluto tenermi alla larga». Lo stigma infatti vuole che «se una donna scrive di donne, il suo diventa un romanzo femminile. Una sciocchezza enorme, perché altrimenti “Il vecchio e il mare” dovrebbero leggerlo solo gli uomini».

 

per questo che Brunini ha spesso costruito personaggi indipendenti, poco disposti a innamorarsi, «per evitare di cadere nell’associazione donne uguale storie d’amore». “Effetto Jane Austen” tuttavia fa eccezione, declinando l’amore in diverse forme, per sé stesse ancor prima che in forma romantica. Rileggere Jane Austen, infatti, scrive Brunini nel suo romanzo, significa anche rendersi conto che le sue sono «donne troppo intelligenti per accettare i confini imposti da altri. A costo di ritrovarsi scomode, molto scomode». Significa riconoscere a Austen, innanzitutto, di essere stata una «donna estremamente trasgressiva, la prima scrittrice capace di mantenersi con i propri guadagni, una figura rivoluzionaria». L’amore romantico, cioè, non è mai stato il centro delle sue opere quanto invece le sfumature delle relazioni, descritte attraverso «emozioni minuziose» prosegue Brunini.

 

Nel romanzo “Effetto Jane Austen” l’autrice assume le sembianze di Amelia, esprimendo anche i dubbi e i nuovi equilibri di una generazione di giornaliste che, a cavallo tra il vecchio e il nuovo mondo dell’informazione, spesso si è sentita in dovere di rinunciare a una parte di sé, che fosse la maternità o altro, per la carriera. Brunini sceglie però di dialogare con la diciottenne Emma, che fa da controcanto alle sue preoccupazioni e alle sue domande.

 

«Non immaginavo che ci fossero così tante ragazze, e ragazzi, interessate ai libri e ad Austen» dice anche a proposito delle sue ricerche tra i booktoker. «Ciò che mi ha sorpreso ancora di più è vedere con quanta dedizione, studio e profondità facciano tutto questo. Non è solo un modo per mostrarsi sui social, ma fanno formazione, educano, si confrontano. È qualcosa di molto potente». Secondo Federica Brunini, Emma e i suoi coetanei reali riconoscono nella fragilità la loro forza, senza nasconderla. È questo a dare senso alla passione dei ventenni (di oggi e di ogni tempo) per le parole di una scrittrice nata 250 anni fa: Austen non è un rifugio nel passato ma un modo per sfidare e vivere il tempo presente, riconoscendo e dando spazio alle proprie emozioni.

 

Anche per questo il finale del romanzo, sostiene l’autrice, non può che restare aperto, in dialogo continuo tra i sentimenti di Amelia e quelli di chi legge: «La differenza la fa lo sguardo che hai su di te, che donna, cioè, scegli di essere tu, per te. Non posso sceglierlo io il finale».

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