Una reporter che sembra invincibile. E prevede gli scatti. Finché non subisce violenza. “La veggente” di Milo Rau, tra cronaca e mitologia

Cassandra e le foto di guerra

La violenza è una ferita sempre aperta per il regista svizzero Milo Rau, che intreccia ancora una volta cronaca e mitologia greca, traumi e racconti epici per provare a decifrare l’indecifrabile attraverso l’arte, e cioè la fragilità delle nostre certezze e l’orrore che sembra divorare il mondo. “Die Seherin” (“La veggente”) ha debuttato al Teatro delle Tese dell’Arsenale, a Venezia, durante la prima Biennale Teatro diretta da Willem Dafoe, dove Ursina Lardi, la protagonista dello spettacolo, è stata premiata con il Leone d’argento, spiazzando tutti con il suo appassionato discorso politico, a cominciare dal ministro della Cultura Alessandro Giuli, seduto in prima fila. «In tempi come questi, con le destre estreme e libertarie ma anche con forze conservatrici più moderate che continuano a smantellare e annientare non solo i finanziamenti e le infrastrutture, ma le condizioni stesse che rendono possibile l’arte, fare teatro è diventato un atto politico», ha affermato. E lei la sua resistenza la fa da anni calcando le scene anche con Milo Rau, che tornerà in Italia in autunno con “La lettre”, per il Romaeuropa Festival.

 

Qui racconta la storia di una fotografa di guerra che sembra invincibile, sempre nel posto giusto al momento giusto, come se lo scatto si materializzasse prima nella sua mente, prevedendo ciò che accadrà come una “veggente”, come “Cassandra”. Ma quando sarà lei a subire violenza, durante i festeggiamenti della Primavera araba, allora cambierà tutto. La vita della reporter, che da bambina indossò a teatro gli abiti maschili di Neottolemo, scorre parallela a quella di un insegnante di Mosul, Azad Hassan, a cui è stata amputata una mano durante l’occupazione dello Stato islamico. Ferito e esiliato come Filottete, racconta in video l’amputazione subita dal tribunale dell’Isis. Tornerà in quel luogo dell’orrore proprio con Ursina tra la folla indifferente. Neanche l’arte, sembra suggerirci Rau, può cancellare le atroci sofferenze. Ma può almeno aprire spazi di riflessione in questa nostra epoca senza pace (produzione La Biennale di Venezia, Schaubühne Berlin, Wiener Festwochen).

 

Die Seherin

regia di Milo Rau

Berlino (Schaubühne, 19-24/09)

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