Cultura
13 agosto, 2025A Buckingham Palace hanno intonato “Paranoid”. In omaggio al cofondatore dei Black Sabbath. In Italia sarebbe fantascienza
Immaginate di passare per caso dalle parti del Quirinale e sentire la banda ufficiale del palazzo che intona “Vita spericolata” o “La donna cannone”. Assurdo vero? Probabilmente solo all’idea vi viene già un poco da ridere. Eppure altrove cose del genere accadono. È successo, e il video ha fatto il giro del mondo, che la banda di Buckingham Palace abbia intonato “Paranoid”, in omaggio alla memoria di Ozzy Osbourne. Da noi no, sarebbe fantascienza, non succede spesso di ascoltare i gioielli della nostra tradizione canora in situazioni istituzionali. Anzi, a dirla tutta, non succede mai. Come se non avessimo elevato l’arte della canzone a livelli altissimi.
La differenza tra noi e l’Inghilterra è profonda e tutta nostro sfavore. Gli inglesi hanno capito fin dal primo momento l’importanza della musica popolare. Anche perché fino a un certo giorno, dell’Inghilterra, sul piano musicale non si aveva notizia, semplicemente non era nel radar. Poi il 5 ottobre del 1962 successero due cose simultaneamente: uscì “Love me do”, il primo singolo dei Beatles, e nei cinema uscì “007 licenza di uccidere”, il primo film della saga di James Bond. Da quel momento l’Inghilterra non è più uscita dai radar internazionali e la gratitudine istituzionale è arrivata subito. Già nel 1963 i reali invitarono i Beatles al concerto annuale che si teneva al Prince of Whales theatre, e nel 1965 conferirono alla band l’onorificenza del MBE. Gli esempi sono innumerevoli. Premi e medaglie sono arrivati ai Queen, ai Led Zeppelin, a Bono, a Jagger e tantissimi altri. E molti di loro si sono esibiti in situazioni ufficiali. Memorabile la performance di Brian May che suonava “God save the queen” dalla cima di Buckingham Palace, che a pensarci è un gesto ancora più assurdo e per trovare l’equivalente dovremmo immaginare Zucchero o Venditti che cantano l’inno di Mameli alla loro maniera sul tetto di Palazzo Chigi.
Il gesto di Brian May ha generato un episodio molto divertente. Tempo dopo, incontrando la regina, May si scusò, per gioco, di aver fatto quel casino sul tetto del suo palazzo. Elisabetta, pare, rispose: «Ah, sei stato tu?». Complicità impossibile dalle nostre parti. Governi di qualsiasi colore possono essere accomunati dall’aver mostrato una totale noncuranza dei confronti della canzone. Nessuno ha mai pensato che sarebbe stato giusto valorizzarla, proteggerla, esaltarne la qualità, anche utilizzandola in occasioni di particolare valore simbolico. Pensate che bello sarebbe vedere il nostro presidente della Repubblica festeggiato da un’orchestra che intona “Com’è profondo il mare” o “La cura”.
UP & DOWN
Da non perdere su Netflix Sunday best, un documentario che racconta le gesta di Ed Sullivan, il presentatore che creò il più seguito show degli Stati Uniti, quello che fece scoprire all’America i Beatles e i Rolling Stones, che combattè pregiudizi e razzismi ospitando artisti di ogni genere. Da ricordare.
In questa era di ossessione per i numeri, sono arrivati a esporre il più significativo dei record. Un primato unico. Per un singolo concerto degli Oasis allo stadio di Wembley, a Londra, hanno detto, sono state vendute ben 250mila pinte di birra. L’importante è che sia un record, anche se di bevute.
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