Cultura
26 settembre, 2025Villa Mimbelli riapre con la mostra “Una Rivoluzione in Pittura”. Così Livorno celebra i 200 anni del pittore
Giovanni Fattori era un ribelle. Sarà perché nasce e cresce nella Livorno dell’Ottocento, città sfrontata, allergica alle regole. E agli austriaci. Da ragazzo infatti si butta nella causa repubblicana, respira l’aria ribelle di un’Italia che vive a pane e rivoluzione, ma si ritrova invece unita sotto una corona. La sua pittura è questo: niente retorica o sterile patriottismo, ma il Risorgimento visto dal basso, nelle facce di chi dava corpo alle battaglie, anche perse, e a un’idea nuova di coscienza civile. Basta guardare la Battaglia di Magenta o l’Assalto a Madonna della Scoperta per capire che Fattori non stava dipingendo il mito, ma la realtà cruda di chi combatteva davvero. E allora a 200 anni dalla sua nascita la Città di Livorno lo celebra con una grande retrospettiva che sancisce la riapertura di Villa Mimbelli. Non solo soldati, Risorgimento, moti del ’48 a cui lui giovanissimo partecipa, ma anche onde e cavalli, spiagge e campi, boschi e riposo. Infatti dopo la movimentata giovinezza, da maturo Fattori si rifugia nella Maremma, dove i paesaggi sono grandi e solitari come la sua visione. Qui sperimenta con la pittura, con la grafica, ma soprattutto con l’acquaforte: una scelta quasi controcorrente, che lo porta a realizzare oltre 200 lastre, roba mai vista per un artista italiano del tempo. E sono lastre che parlano con rigore, naturalezza spietata, attraverso uno sguardo che sa essere insieme intimo e sociale. Fattori non si limita a dipingere: incide, scava, lascia un segno che va dritto all’osso. Il curatore della mostra Vincenzo Farinelli parla di «tarsia cromatica semplicissima e luminosa» riferendosi alle pennellate dense e alle macchie di colore con cui supera la tradizione e, diventando figura centrale del movimento dei Macchiaioli, precede di almeno un decennio il vicino intento degli impressionisti in Francia. Oltre a Fattori, “Una Rivoluzione in Pittura” (questo è il titolo dell’esposizione che andrà avanti fino all’11 gennaio) dedica spazio anche ad alcuni suoi maestri e allievi, oltre a chi, come Modigliani o Morandi, ha trovato in lui un esempio di stile.
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