Li chiamavano "rivenduglioli", miseri ambulanti carichi di collanine e cravatte. Ma erano gli anni Trenta, preistoria. Poi i cinesi immigrati a Milano, partiti dalla Chinatown di via Paolo Sarpi, via via più numerosi, hanno cavalcato periodiche ondate di business: ristoranti, pelletteria, abbigliamento, in tempi recenti bar, centri massaggi, agenzie immobiliari.
Oggi, il salto di qualità: proprio a Milano ha aperto il primo albergo a 4 stelle realizzato da cinesi in Italia: l'hotel Hua Xia (Cina, appunto), una cinquantina di stanze, ai margini del nascente quartiere Garibaldi-Repubblica, tra grattacieli e gigantesche gru illuminate anche di notte.
La proprietà è di un'imprenditrice arrivata nel nostro Paese vent'anni fa. Si chiama Zhou Xiaoyan, ma come tanti connazionali si è trovata un nome più comodo per gli italiani: Angela. Ha 48 anni, capelli corti, occhialini, è sposata, ha due figli e controlla una holding familiare attiva nella ristorazione e nell'abbigliamento.
A 18 anni lavorava alla macchina per cucire in un laboratorio tessile a Brescia, oggi è un personaggio in vista della comunità ed editrice di uno dei suoi giornali più letti, "Europe China News".
Cifre, fatturati? Non ha alcuna intenzione di rivelarli. "A Milano non c'era un albergo per i cinesi", spiega la signora Zhou seduta allo sgabello del bar: "Dieci anni fa il Consolato ha deciso di abbandonare questo edificio e abbiamo cominciato a pensarci".
La metà dei clienti arriva dalla Cina, l'altra metà spesso resta spiazzata nel vedere soltanto ideogrammi sui tasti dell'aria condizionata, o quando realizza che tutto il personale è cinese e parla cinese. Da listino, una doppia costa intorno ai 140 euro. L'edificio è una palazzina beige e rossa con una vistosa insegna blu sul tetto, anche in ideogrammi cinesi.
All'albergo si affianca anche un'altra iniziativa: i turisti e gli uomini d'affari che sbarcano all'Hua Xia passano anche per l'enoteca di lusso, inaugurata a pochi passi, stessa insegna dell'hotel, e spesso tornano in patria carichi di bottiglie pregiate. L'export enologico in Cina è in espansione, le etichette preferite sono quelle che costano "sui 100 euro alla bottiglia", dice Zhou Xiaoyan.
L'enoteca rappresenta un'altra novità. La progettazione del nuovo locale è stata affidata a uno studio milanese, Mega Design, caso raro in un ambiente dove non si fa troppo caso neppure agli errori di ortografia nelle insegne dei negozi. "È un settore da tenere d'occhio", spiega Fabrizio Gurrado, uno dei progettisti, "in Cina il vino italiano è oggetto di una vera bramosia".
Economia
6 luglio, 2011A Milano ha aperto il primo albergo a 4 stelle realizzato da cinesi in Italia. Si trova ai margini del nascente quartiere Garibaldi-Repubblica, e la proprietà è di un'imprenditrice arriva in Italia vent'anni fa
Quattro stelle made in China
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY