Lavoro

Sud, qualcosa si muove: dopo decenni partono le Zone economiche speciali e aprono le prime nuove imprese

di Antonio Fraschilla   19 ottobre 2022

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A Napoli e Palermo rilasciate le prime autorizzazioni grazie ai poteri straordinari dei commissari nominati dal governo Draghi. Amenta: «Diamo tempi certi per i certificati burocratici, questo vale più dell’offrire soldi a fondo perduto»

Eppur qualcosa si muove anche nell’immobile Mezzogiorno e in regioni tra le più povere d’Europa. Senza tanto clamore tra gli ultimi provvedimenti del governo Draghi c’è stata qualche mese fa la nomina dei commissari di istituzioni attese da almeno dieci anni e che non erano mai partite: le Zone economiche speciali (dette Zes). E così in queste settimane a Napoli e Palermo si sono insediare nuove imprese grazie allo snellimento burocratico garantito dalla normativa speciale per queste aree industriali del Sud. Al momento “snellimento” solo burocratico, ma si attendono novità in Parlamento per consentire ai commissari procedure speciali anche per avviare investimenti in aree spesso abbandonate da decenni, e dove non si riesce a garantire nemmeno il servizio di illuminazione o di pulizia. Di certo c’è che le Zes stanno partendo davvero e i commissari stanno autorizzando le prime aperture di nuove attività.

Come accaduto nell’area industriale di Carini, ricompresa nell’area Palermo. Dice il commissario Carlo Amenta: «Abbiamo autorizzato in tempi brevissimi l’apertura di una azienda che lavora nel settore dei materiali edili, grazie ai nostri poteri che accentrano in una unica struttura tutte le autorizzazioni necessarie. In questo modo l’imprenditore non deve più bussare a diversi enti senza nemmeno sapere lo stato di avanzamento della sua pratica. Siamo convinti che il rallentamento degli investimenti nel Mezzogiorno si possa risolvere non tanto promettendo incentivi economici, spesso a tempo e che quando finiscono portano poi alla delocalizzazione dell’azienda, ma dando risposte certe e in tempi brevi da un punto di vista burocratico».

Le Zes sono argomento di discussione da anni e solo con il secondo governo Conte hanno avuto una accelerazione anche grazie al ministro per il Sud Giuseppe Provenzano. Poi con il governo Draghi, e la ministra Mara Carfagna, sono arrivati i decreti che hanno insediato i commissari e dato una cornice regolamentare per definire i poter speciali.

Continua Amenta: «Le Zes non sono certo uno strumento nuovo, quelle più famose sono quelle cinese ma lì ci sono agevolazioni fiscali fino al 100 per cento e con vincoli amministrativi ridotti. Il nostro riferimento sono le Zes in Francia e Germania, più legate alle agevolazioni amministrative. Obiettivo fondamentale è quello di attrarre imprese e non a caso stanno partendo nelle otto regioni obiettivo uno.

Di fatto l’idea della Zes si sviluppa nelle aree portuali, in modo da sfruttare dal punto di vista logistico i porti per veicolare beni prodotti al di fuori delle regioni e per intercettare flussi di merci che passano al Sud senza fermarsi. Le Zes sono il primo caso di azione vera per portare imprese al Sud dai tempi della Cassa del mezzogiorno che era legata soprattutto alle infrastrutture. La nostra azione fondamentale è l’autorizzazione unica che spetta solo al commissario e l’imprenditore deve interfacciarsi solo con noi. Così i tempi si riducono da otto mesi a tre mesi. Resta all’imprenditore la certezza assoluta di avere riposte in tempi chiari e di avere sempre sotto controllo la pratica e questo è fondamentale».

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In Campania è già stato autorizzato l’insediamento di due nuove aziende per investimenti pari a 24 milioni di euro, tra le quali la Sb-Varvit, che ha sede al Nord. Insomma, una rotta che per la prima volta sembra invertirsi. Spiega il commissario Giosy Romano: «In Campania ho delle condizioni particolari perché sono anche soggetto attuatore di sei progetti con il Pnrr e siamo stati i primi in Italia a bandire una gara per opere infrastrutturali come strade e fogne nell’area industriale a Nola. Questo mi consente di poter intervenire anche su investimenti, anche se attendiamo una norma che dia a tutti i commissari questi poteri. Noi abbiamo rilasciato già due autorizzazioni uniche per nuovi insediamenti produttivi legati alla logistica e alla meccanica in provincia di Avellino e a Napoli ad Acerra: quest’ultimo su un’area di 40 mila metri. Ad Acerra investimento da 16 milioni ad Avellino di 8 milioni». Insomma, qualcosa si muove anche al di sotto di Roma.