Arredamento in bioplastica, robot per la sicurezza dei ponti. L’artigianato digitale trasformail mercato. E trovala sua vetrina europea alla “Maker Faire Rome”

Alzino la mano quanti si sentono «maker» mancati, questo articolo è per loro. Ma anche per quanti non sanno che gli «artigiani digitali» sono quelli che hanno avviato il progresso tecnologico che, abbinato alla persistenza scientifica degli ultimi anni, ha dato vita alla rivoluzione digitale che ha trasformato radicalmente il mercato e il business. L’innovazione si è dimostrata infatti un potente driver per la competitività delle aziende, chiamate a rinnovare processi e prodotti.

In questo contesto di trasformazione si declina la “Maker Faire Rome – The european edition” che è approdata nella Capitale nel 2012 e ha puntato questa dodicesima edizione sui temi di innovazione, creatività e scoperta. Si era imposta da subito come l’appuntamento fisso per tutti i «maker» italiani – startupper e ricercatori, per dirla in altre parole – che anche da noi hanno facilitato la transizione nell’era della digitalizzazione, rappresentando quel primo grande fattore di cambiamento che ci ha condotti verso l’innovazione che oggi sperimentiamo in tutti gli ambiti del vivere quotidiano. Abbiamo visitato la “Maker Faire” al Gazometro e, fra i 350 espositori presenti, ecco alcuni dei progetti che ci sono particolarmente piaciuti.

 

Stampa 3D per mobili in amido di mais

Sono comode e colorate, come caramelle giganti dalla seduta molto confortevole. Le poltrone stampate in 3D realizzate in materiale naturale, la bioplastica Pla, acido polilattico che deriva dall’amido di mais, vengono prodotte da Medac, che è il primo incubatore digitale di Cava de’ Tirreni (Salerno), nato nel 2018 per permettere a tutte le attività locali di avviarsi al mondo della fabbricazione digitale. «Siamo vicini a Vietri sul Mare e tanti ceramisti vengono da noi per fare formazione e aggiungere la connotazione di fabbricazione digitale alle produzioni». A raccontare è Francesco Consalvo, Mediterranea Design marketing specialist.

«Il progetto di produzione è nato nel 2021 sotto il nome di Mediterranea Design e realizza un catalogo di prodotti quali poltrone, sgabelli, tavoli, librerie, progettati dal team di designer e realizzati nel laboratorio di fabbricazione dotato di stampanti di 3 metri, braccio robotico, lasercut», continua Consalvo, «vengono stampati in 3D utilizzando la bioplastica Pla che deriva dalla trasformazione degli zuccheri presenti in mais, barbabietola, canna da zucchero, naturale e rinnovabile e che ha anche un alto grado di biodegradabilità. Il Pla viene fuso con un pigmento di colorante naturale che permette di creare prodotti con striature cromatiche particolari, per produzioni personalizzate nel design e nelle dimensioni». Consalvo spiega che questi prodotti, presentati alla “Maker Faire”, hanno già un mercato internazionale e aggiunge: «Lavoriamo molto con l’e-commerce e questo ci permette di esportare il made in Italy digitale nel mondo, con un rapporto diretto col mercato B2C per i prodotti a catalogo, ma anche aziende che vogliono arredo unico per ambiente».

 

Elettronici Entusiasti

Ingegno e innovazione tecnologica si fondono nel collettivo di appassionati creator che, attraverso i loro canali YouTube e la loro competenza tecnica, hanno raggiunto centinaia di migliaia follower. Con l’intento di raccontare la loro passione per elettronica, making e cultura del fai-da-te, da più di dieci anni si dedicano alla condivisione di conoscenze, ispirando le nuove generazioni di «maker». Sono ingegneri, tecnici ed esperti accomunati dal desiderio di esplorare nuove frontiere tecnologiche e di condividere le loro scoperte, trasmettendo competenze tecniche, ma anche un profondo amore per il processo creativo. Riparazioni e progetti innovativi consentono di rendere accessibili a tutti concetti complessi. Alla “Maker Faire Rome” hanno portato esperienze e demo dedicati ai  «geek» appassionati.

 

Un Ringhio per la sicurezza

Nell’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) accadono cose che noi umani…dobbiamo imparare a conoscere! La robotica made in Italy sviluppa, infatti, grandi progetti come gli Iit Softbots, innovazioni robotiche e protesiche realizzate dall’unità Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation, coordinata da Antonio Bicchi dell’Iit di Genova, appunto, in collaborazione con il Centro di ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa. In particolare il SoftFoot-Pro, che è un piede artificiale bioispirato – presentato in anteprima nel corso della ministeriale G7 Salute – e progettato con un design peculiare capace di adattarsi a superfici irregolari e di garantire maggiore stabilità e comfort nell’uso quotidiano.

Innovazione può anche fare rima con sicurezza, come dimostra “Ringhio” (Robot for Inspection and Navigation to Generate Heritage and Infrastructures Observations): sviluppato dai centri di eccellenza dell’Iit di Genova e Venezia assieme all’Università Politecnica delle Marche e all’Università degli Studi di Macerata, nasce come potenziamento di un progetto concepito per il monitoraggio del Ponte San Giorgio di Genova. “Ringhio” verifica l’integrità strutturale per garantire sicurezza e conservazione, ma crea anche un database per monitorare e prevedere l’evoluzione di eventuali danni, ottimizzando la pianificazione degli interventi di manutenzione.