Donald Trump e Elon Musk sono arrivati a un nuovo livello di scontro. Dopo il botta e risposta della notte tra il 30 giugno e il 1 luglio, il presidente degli Stati Uniti ha lanciato un altro attacco contro l'ex capo del Doge, il Dipartimento dell'efficienza governativa. Deportare Elon Musk? "Ci darò un'occhiata", ha affermato l'inquilino della Casa Bianca, alludendo alla possibilità di costringere il miliardario patron di Tesla a tornare in Sudafrica, dove è nato, nonostante sia poi diventato cittadino statunitense. "Forse dovremmo chiedere al Doge di analizzare Elon", ha affermato il presidente, criticato dal suo ex first buddy per la legge di bilancio "One Big Beautiful Bill".
“È evidente che - aveva scritto Musk su X -, con la spesa folle di questo disegno di legge che aumenta il tetto del debito di un record di cinquemila miliardi di dollari, viviamo in un Paese con un unico partito, il ‘partito dei porci’. È ora di un nuovo partito politico che si preoccupi davvero delle persone”. A cui era seguita la risposta del tycoon: “Elon potrebbe aver ricevuto più sussidi di qualsiasi altro essere umano nella storia, di gran lunga, e senza sussidi dovrebbe probabilmente chiudere bottega e tornarsene a casa in Sudafrica".