Era lo pseudonimo usato su L’Espresso da Carli e Scalfari. Ora è un riconoscimento internazionale ispirato ai valori di un’economia trasparente e solidale

una storia che parte nel 1944, si arricchisce negli anni ’70, ammantandosi anche di mistero e, dopo qualche anno di oblio, riprende vigore tre anni fa. Una storia che si snoda tra idee, immaginazione, analisi economica, resoconti giornalistici e si conclude con un premio che affonda le sue radici proprio in quel lontano 1944 ma con l’ambizione di essere un punto di partenza per il futuro. Tutto da un solo termine: “Bancor” coniato, appunto, 80 anni fa.

 

È un nome che ha un doppio significato e che trae origine sia dalla storia economica internazionale, sia dal giornalismo economico italiano. Originariamente Bancor era la moneta immaginata da John Maynard Keynes nel 1944, durante le negoziazioni di Bretton Woods. Keynes pensa- va al Bancor come ad una valuta sovranazionale che potesse aiutare il mondo, uscito devastato dalla terribile esperienza della Seconda Guerra Mondiale, a ritrovare una via di crescita e benessere diffuso: questa moneta sarebbe servita a facilitare l’espansione dei com- merci mondiali, contribuendo alla creazione di ricchezza e alla propagazione della prosperità per il maggior numero possibile di persone. Per Keynes tali obiettivi potevano essere raggiunti solo facendo affidamento sulla razionalità umana e sulla cooperazione internazionale. Il Bancor avrebbe, quindi, dovuto promuovere un sistema di collaborazione tra nazioni, superando le logiche di competizione che avevano segnato il periodo pre-bellico, con l’obiettivo di costruire un ordine economico più equo e stabile. Un progetto ambizioso e visionario, imperniato su una forte spinta morale e su una raffinata capacità d’analisi, secondo il quale le nazioni avrebbero collaborato per un benessere condiviso, riducendo le barriere commerciali e promuovendo politiche economiche che guardassero al bene comune.

 

Negli anni ’70, il termine Bancor tornò in auge in Italia, assumendo un significato simbolico e intellettuale diverso, ma altrettanto importante. Bancor divenne, infatti, uno pseudonimo utilizzato per firmare articoli di analisi economica su L’Espresso, dietro il quale si celavano Guido Carli, allora Governatore della Banca d’Italia, ed Eugenio Scalfari, uno dei più importanti giornalisti del dopoguerra italiano. Questo binomio intellettuale, rappresentato dallo pseudonimo “Bancor”, produceva articoli che offrivano una visione critica e lucida dell’ordine monetario internazionale e delle dinamiche economiche italiane. Carli e Scalfari hanno segnato la storia del giornalismo finanziario italiano, contribuendo a diffondere una cultura economica accessibile e consapevole. La scelta di questo pseudonimo non era casuale: Carli e Scalfari intendevano richiamare il sogno monetario di Keynes e la sua battaglia ideale per favorire una cooperazione internazionale fondata sulla fiducia reciproca e sulla razionalità. Per anni nessuno seppe chi si celasse dietro quello pseudonimo, e ciò contribuì a creare attorno alla firma di Bancor un alone di autorevolezza e di mistero. La rivelazione della vera identità avvenne solo molti anni dopo e confermò ulteriormente il peso intellettuale di quegli articoli nel contesto del giornalismo economico italiano.

 

Il Premio Bancor è nato nel 2022 per celebrare e perpetuare i valori incarnati da questa eredità. Istituito dall’Associazione Guido Carli con il sostegno cruciale di Banca Ifis, questo Premio è frutto di un nuovo connubio intellettuale, quello tra Federico Carli, nipote di Guido Carli, ed Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente di Banca Ifis, sodalizio nato circa cinquant’anni dopo l’alleanza tra Guido Carli ed Eugenio Scalfari, per promuovere una cultura economica accessibile, l’analisi economica seria e rigorosa, affidate ad una comunicazione indipendente e trasparente. Valori che furono al centro della collaborazione tra Carli e Scalfari. Sostenere la cultura economica e promuovere l’informazione finanziaria libera e trasparente attraverso il Premio Bancor denota la profonda consapevolezza del ruolo anche sociale che un centro di ricerca e una banca privata possono e devono svolgere a beneficio dell’intera comunità in cui si trovano ad operare. Questo ruolo non è in contrasto con il perseguimento del profitto, ma, anzi, rafforza la capacità di un’impresa di generare valore, creare ricchezza e produrre utili, coniugando l’efficienza manageriale in modo coerente e armonico con un’azione volta a far ricadere e diffondere benefici sociali per la collettività. D’altra parte, questa tradizione è presente nel Dna delle banche italiane come, tra gli altri, dimostra l’esempio del grande “banchiere umanista” Raffaele Mattioli, la cui instancabile opera a sostegno della cultura economica e a favore di un’informazione finanziaria libera e trasparente hanno segnato un solco lungo il quale si colloca l’esperienza del Premio Bancor; proprio questo esempio è stato d’ispirazione per i promotori del Premio.

 

Dopo Mervyn King, insignito del primo Premio Bancor, e Larry Summers, vincitore della seconda edizione, quest’anno il riconoscimento sarà conferito a due figure di rilievo internazionale: l’economista Raghuram Rajan e, per la prima volta, una giornalista, Francine Lacqua. La presenza di due personalità di così alto profilo conferisce ulteriore prestigio al Premio Bancor e riflette l’importanza attribuita al connubio tra economia e giornalismo. Raghuram Rajan, ex Governatore della Reserve Bank of India e professore alla Booth School of Business dell’Università di Chicago, è sicuramente uno tra gli econo-
misti più influenti al mondo. Rajan ha sempre mantenuto
una visione indipendente e si è impegnato a promuovere una crescita economica sostenibile e inclusiva, incarnando i valori di conoscenza e trasparenza propri del Premio Bancor: il suo spirito critico, la raffinatezza della sua analisi e la capacità di prevedere le conseguenze a lungo termine delle scelte economiche lo rendono una figura di riferimento per chiunque cerchi di comprendere le complesse dinamiche dell’economia globale. Francine Lacqua, nata in Italia e formatasi professionalmente all’estero, è oggi una delle voci più autorevoli nel giornalismo economico internazionale. La sua carriera, sviluppatasi nel Regno Unito presso Bloomberg, si è costruita sul rigore, la trasparenza e la capacità di comunicare temi economici complessi in modo chiaro e accessibile; incarna l’esempio di un giornalismo economico-finanziario fruibile sia dagli esperti sia dal grande pubblico, contribuendo in questo modo attivamente alla solidità democratica, all’inclusione sociale e al progresso. 

 

Uno dei momenti più attesi di questa edizione del Premio Bancor sarà la lectio magistralis di Raghuram Rajan. Nel suo intervento tratterà temi di straordinaria attualità, analizzerà il contesto globale alla luce delle recenti elezioni americane, che hanno visto il secondo trionfo del repubblicano Donald Trump, e della crisi politica ed economica che sta attraversando la Germania. Rajan, in particolare, si soffermerà sulle implicazioni che il nuovo corso politico negli Stati Uniti avrà sull’economia mondiale e sugli effetti che la crisi tedesca potrebbe avere sulle politiche economiche europee. L’economista toccherà anche il tema dei nuovi venti protezionistici che tornano a soffiare forti nel mondo intero: verranno analizzati i rischi di una frammentazione dei commerci mondiali con particolare attenzione a dove tali politiche protezionistiche potrebbero condurci, considerando le possibili ripercussioni sull’occupazione e sull’inflazione sia in Europa sia negli Stati Uniti. L’intervento esaminerà, inoltre, come il ritorno di queste politiche restrittive possa influire sugli squilibri economici tra Paesi, mettendo in luce l’impatto che tali scelte possono avere sull’equilibrio economico e sociale tra le diverse aree del mondo e tra i vari strati della società. A completare l’analisi sarà una riflessione sulle politiche per contrastare il cambiamento climatico, mostrando come queste possano da un lato promuovere la collaborazione tra nazioni, dall’altro, al contrario, acuire le divisioni, con ricadute significative sulla distribuzione del benessere a livello globale.

 

Infine, l’ex Governatore della Reserve Bank of India affronterà il tema del debito sovrano, una questione di crescente rilevanza non solo per Paesi come l’Italia, ma anche per economie tradizionalmente solide come la Francia e la Germania, che stanno iniziando a sperimentare livelli di debito pubblico preoccupanti. Particolare attenzione sarà rivolta allo spaventoso debito pubblico americano, il cui impatto potrà rivelarsi determinante per le scelte economiche globali. L’analisi si concentrerà su come l’aumento dei debiti sovrani potrebbe influenzare le politiche monetarie delle principali banche centrali e mettere alla prova la stabilità dei mercati finanziari, in un contesto di crescenti tensioni politiche e incertezze economiche.

 

Alla luce di tutto ciò, il connubio Rajan-Lacqua riflette oggi pienamente lo spirito e i valori di Bancor resi celebri in Italia sulle colonne de L’Espresso; essi non vanno intesi come un mero riecheggiare il passato, ma come uno sguardo rivolto al futuro, alle sfide globali che dovremo affrontare negli anni a venire. Il Premio Bancor si pone, quindi, come un’occasione unica per analizzare e discutere questioni che potranno avere conseguenze rilevanti per le prospettive di sviluppo delle diverse aree del mondo, con ricadute dirette sul tenore di vita dei cittadini europei, americani, asiatici e africani. In questo contesto, Bancor non solo mantiene vivo l’insegnamento keynesiano e l’eredità intellettuale di Carli e Scalfari, ma invita a guardare avanti, con la consapevolezza che le sfide per il futuro possono essere affrontate a testa alta, seguendo i principi di razionalità, cooperazione e trasparenza che furono alla base dell’idea originale del Bancor.