Lezioni di futuro
L’Università della realtà aumentata
In partnership con le aziende della galassia Meta, l’Unint di Roma è all’avanguardia nella didattica e nella sperimentazione di nuove esperienze immersive. E ha il record di occupati
Alle domande dei ragazzi dell’ultimo anno del liceo che vogliono iscriversi all’Università, il piccolo robot umanoide, alto 60 centimetri per 6 chili di peso, posto sul tavolo nella hall d’ingresso, risponde con voce metallica ma simpatica. Lui sa tutto dei corsi universitari, delle varie facoltà, dei crediti formativi che serviranno se ci si iscrive qui, dei docenti e delle regole del campus: il software con il quale adesso è stato programmato gli permette di essere efficacissimo. Ma il robottino è una vera star, ed è questo a incuriosire ancora di più i ragazzi: è un ottimo giocatore della Nazionale italiana e ha segnato un gol nell’ultimo Campionato mondiale di calcio robotico, la RoboCup, che si è svolto a luglio a Eindhoven, in Olanda. Nello stesso momento, in Aula 26 un piccolo cane robot, non ancora in commercio in Italia, fa le capriole, scodinzola e abbaia piano, dopo essersi fatto accarezzare sotto il muso da uno studente nei corsi dell’area psicopedagogica. Il cane Loona (pronuncia: Luna) è un cucciolo molto affettuoso, e sarà utilizzato, con programmi ad hoc creati qui per lui, nel trattamento di bambini autistici, che potranno così avere nelle loro case azioni terapeutiche. Loona, con la sua presenza affettuosa, costante e senza pericoli, potrà evitare attività autolesionistiche del bambino ed effettuare conversazioni basate sull’Intelligenza artificiale. Al piano di sopra, invece, in una delle aule laboratoriali, ragazze e ragazzi che indossano il visore Meta sono stati virtualmente trasportati nel Parlamento Europeo, e dentro cabine di traduzione, poste sopra l’emiciclo dove siedono i politici delle varie nazioni, imparano a vincere l’emozione e a tradurre gli interventi dei deputati nelle varie lingue (in questa Università se ne insegnano dieci, compresa la lingua dei segni). Il docente che è lì con loro potrà poi correggerne gli errori. Nell’aula accanto, i visori Meta permettono al docente di Economia di controllare i lavori durante lo Store design e management, con i ragazzi che creano e gestiscono un negozio di Made in Italy e imparano a sviluppare strategie di marketing. Più tardi, in quella stessa aula ci sarà la lezione di Cyber security del corso di laurea in Scienze politologiche. Oggi si simula un attacco hacker ad alto livello, e occorre intervenire concretamente stando davanti a elaboratissime macchine per individuare la minaccia e bloccarla, interagendo coi colleghi e con esperti.
Stupiti? Ricordavate diversa l’Università, quando l’avete frequentata o ne avete sentito parlare? Beh, benvenuti all’Università del futuro, l’Università inserita nel metaverso. Benvenuti all’Università degli Studi internazionali di Roma - Unint. Il piccolo ateneo sulla Cristoforo Colombo davanti all’edificio della Regione Lazio, un campus con bar, ristorante, campo sportivo e di calcio e un grande parco punteggiato di gazebo bianchi, si è trasformato in un laboratorio che non solo anticipa quello che inevitabilmente, con lo sviluppo della tecnologia e dell’Intelligenza artificiale, diventeranno gli atenei di domani, ma è già una fucina di programmi e di ricerche.
L’Unint è la prima Università in Italia che ha fornito a tutti gli studenti che si iscrivono un visore Meta di ultima generazione per entrare nella realtà virtuale, già da 3 anni a ogni matricola ne viene regalato uno e un altro centinaio di visori sono a disposizione per gli studenti in ateneo. I ragazzi possono così partecipare agli eventi formativi sia in presenza che da remoto.
Il professore Marco Romano è a capo del Real, il Gruppo di lavoro sulla Realtà aumentata e virtuale. «Stiamo da tempo creando e testando programmi per l’insegnamento. I risultati della nostra attività di ricerca saranno presentati in convegni internazionali. Abbiamo pubblicato linee guida sull’Intelligenza artificiale per studenti e docenti, e anche nei corsi avviati dal Ministero con i quali qui formiamo insegnanti di tutti i gradi delle scuole loro imparano a usare sia la Realtà virtuale che l’Intelligenza artificiale». Alessandro Frolli è il direttore della Ricerca dell’ateneo: «Sbaglia chi contrasta l’uso dell’Intelligenza artificiale. È semplicemente uno strumento da utilizzare bene. Opporcisi è come contrastare le onde del mare. Se sei un insegnante e non conosci l’Intelligenza artificiale ma gli studenti sì, sei tagliato fuori, e il processo educativo è destinato al fallimento». Domenico Bloisi è docente nei Corsi di Intelligenza artificiale dell’Unint: «Gli studenti creano mondi virtuali e sperimentano app che permettono di approfondire, in modo realistico, le materie dei loro corsi di laurea. Affrontano, come fossero in un ambiente reale, problemi di sicurezza in una Centrale elettrica, fanno giochi di ruolo per affrontare serie crisi diplomatiche in scenari internazionali, affrontano il tema della disinformazione imparando a generare video deepfake, per saperli poi riconoscere e poter rispondere alle nuove vulnerabilità che saranno sempre più diffuse».
Ma come reagiscono gli studenti? Gianluca studia Economia, Rossana pedagogia sperimentale. E sono entusiasti. «Il triennio – dice Gianluca – l’ho fatto in una gran- de università dove alle lezioni c’erano 200 studenti e spesso dovevi stare in piedi. Con i professori interagivi solo all’esame. Qui, dove ho deciso di fare gli ultimi due anni universitari, la Magistrale, si entra in un altro mondo. E anche l’utilizzo delle tecnologie per imparare è fantastico: la realtà virtuale è un ambiente protetto in cui noi studenti ci alleniamo concretamente alle professioni, acquisendo maggior consapevolezza del ruolo
che andremo a ricoprire, e delle mansioni che svolgeremo. Ho perfezionato le lingue entrando in una cucina di Londra (mi sembrava di essere a Masterchef), sono stato in un mercato di Tokyo e a Plaza de España a Siviglia. E quando nel corso di Public speaking mi sono trovato in un ambito prestigioso e dovevo parlare, tremavo davvero. Ma mi ha aiutato a superare l’emozione, io che ero timido sono diventato più sicuro». Gli fa eco Rossana: «Praticamente lavori nel posto che avrai in futuro, a me aiuta moltissimo anche come motivazione per lo studio: mi accorgo subito se riesco ad applicare quello che ho studiato, assorbo competenze immediatamente e le verifico. Quando tolgo il visore, mi sembra davvero di passare da un mondo a un altro».
Ma come è nato tutto questo? L’Università degli Studi internazionali di Roma tempo fa ha contattato direttamente il cuore nevralgico di Meta, l’azienda di Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook. Lo ha fatto Fabio Bisogni, giovane presidente sia del consiglio di amministrazione dell’Unint che di quello della Formit, una fondazione senza fini di lucro alla quale il Consiglio economico e sociale dell’Onu ha conferito lo status consultivo nel campo dell’innovazione tecnologica per il sostegno allo sviluppo socioeconomico. Tra i vari gruppi di lavoro internazionali di cui Bisogni è membro, c’è anche quello della Nato su Human digital twin. Quando ha contattato direttamente il vicepresidente di Meta, Mark Rabkin, e gli ha prospettato il suo progetto di fare dell’Unint un laboratorio di verifica dell’efficacia della realtà virtuale per l’insegnamento universitario, a Rabkin l’idea è piaciuta molto e ha mobilitato il direttore Meta Anand Dass, responsabile delle app di realtà mista. Dass ha quindi presentato l’Unint a varie aziende partner che sviluppano app per finalità didattiche. Unint ha poi scelto di stipulare un contratto di partnership con una delle più importanti tra loro, l’azienda Immerse.Questa fornisce gratuitamente all’Università delle app già sviluppate dando la possibilità di modificarle, e in cambio riceve i rapporti della ricerca su come migliaia di studenti, sotto il controllo dei loro professori e con programmi creati dall’ateneo, reagiscono alle tecnologie immersive e di Intelligenza artificiale.
«Noi non siamo una Università dedicata specificamente alla tecnologia – spiega il presidente dell’Unint Fabio Bisogni – ma crediamo fermamente che l’Intelligenza artificiale e la realtà aumentata rappresentino un valore aggiunto decisivo per preparare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. E insistiamo perché imparino che la tecnologia deve supportare il pensiero critico dell’individuo, non sostituirlo. La realtà virtuale non deve isolare, ma moltiplicare i momenti di socialità anche in presenza. Crediamo che l’approccio dell’Unint possa diventare un modello per l’intero panorama accademico: un percorso che non si limita a insegnare l’uso delle nuove tecnologie, ma che educa a comprenderle e a governarle con responsabilità». Robotica, lezioni e laboratori in realtà aumentata, studi pilota. Ma c’è anche un altro focus, su cui punta l’Unint. Ha creato un metaverso che ha chiamato Unint- verso, dedicato alla comunità universitaria. Un ambiente di realtà aumentata piena di stanze luminose e piacevoli dove gli studenti possono, con il visore e da casa, interrogare direttamente e a orari prestabiliti il personale delle segreterie anch’esso presente grazie ai visori, esercitarsi in tutte le lingue insegnate nell’ateneo parlando con altri studenti, oppure godersi un film proiettato su un maxischermo. E nell’Unint- verso c’è un grande auditorium virtuale per eventi come seminari e lezioni, ai quali si può contemporaneamente assistere anche nel mondo reale. Un ateneo proiettato sul domani, e forse anche per questo ha un record invidiabile: secondo l’indagine 2024 di Almalaurea, i laureati dell’Unint trovano in media lavoro in meno di tre mesi.