Tendenze

La terza via del turismo sono i laghi

di Maurizio Di Fazio   10 giugno 2024

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Dopo la pandemia, tornano di moda le mete alternative a mare e montagna. Perché più sostenibili, anche economicamente. E l’Italia vanta ben 1.500 specchi d’acqua, soprattutto al Nord

Tra la montagna e il mare, dopo gli anni del Covid, ecco tornare di moda il lago. Per villeggiature tranquille e popolari, dalle atmosfere romantiche: lì il tempo sembra spesso essersi fermato all’incantesimo che pervase, secoli fa, figure come Goethe, Stendhal e Manzoni. Una terza via ecosostenibile: l’anno scorso sono andate a località lacustri 12 Vele Blu e 21 Bandiere Blu. 

 

Un tripudio di acqua dolce che costa mediamente meno degli equivalenti marittimi o d’alta quota. In Italia esistono 1.500 laghi, dislocati dappertutto; ma – a parte il Trasimeno in Umbria, quello di Bolsena nel Lazio e qualcun altro magari di natura né vulcanica né glaciale né costiera, ma artificiale – i più frequentati e celebrati si trovano nel segmento settentrionale. Pensate che anche nell’impervio 2021 Como aveva già superato i numeri pre-pandemia, con 1,1 milioni di turisti a fronte delle 757 mila presenze del 2019.

 

Non è un caso che proprio sulle sue rive si sia svolta, a inizio primavera, la Borsa internazionale dei laghi del Nord Italia, il più importante evento di incoming dedicato al turismo lacustre. Per questa edizione, l’ente ospitante è stato la Camera di Commercio di Como-Lecco in collaborazione con le Camere di Varese, Monte Rosa Laghi Alto Piemonte, Brescia, Verona e Trentino Marketing. 

 

Perché l’obiettivo degli organizzatori è quello di promuovere insieme la vacanza sul lago come un pacchetto articolato, ma unico, bypassando i confini. «Un’occasione preziosa per valorizzare le identità distintive del lago di Como e di tutti i laghi del Nord, tesori di inestimabile bellezza apprezzabili in tutte le stagioni dell’anno», spiega Marco Galimberti, presidente della Camera di Commercio di Como-Lecco.

 

Circa 150 operatori turistici e buyer globali si sono così incontrati in modalità sia business sia ricreativa, proiettandosi in fam trip alla scoperta delle tante piacevoli sorprese che si affacciano sui laghi di Como, di Varese, d’Orta, di Garda (il più grande in assoluto), del lago Maggiore e del lago d’Iseo. Borghi storici, giardini sontuosi, rimandi a una Belle Époque perenne, un jet set blindato, ville da mille e una notte (non c’è solo il buen retiro di George Clooney, col rito del selfie collettivo con zoom). 

 

Scenari che hanno ispirato artisti e poeti di ogni epoca e parecchie produzioni cinematografiche hollywoodiane. Natura, cultura ed enogastronomia, attività sportive acquatiche e outdoor. Tornando ai compratori: erano 82 da 33 nazioni, con una massiccia quota Usa (7), il debutto dell’Islanda e una presenza crescente dei Paesi extra-europei (4, per esempio, provenivano dall’India). E infatti quasi due terzi delle oltre 56 milioni di notti trascorse dai turisti nelle otto province dei laghi prealpini nel 2022 sono da ascrivere agli stranieri. 

 

In testa Trento, Verona e Brescia. Si prova a destagionalizzare e a redistribuire sulle destinazioni meno congestionate del territorio: d’estate, Como-superstar soffre l’assedio del viaggiare di massa. Ma i risvolti occupazionali consolano: il comparto del turismo lariano dava lavoro, a fine 2023, a oltre 31 mila addetti. Più 47,9% rispetto al 2016. Un exploit. Ed era l’anno successivo all’Expo.