Il caso

La scuola non ha mai avuto così tanti precari

di Chiara Sgreccia   19 agosto 2024

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Secondo le stime dei sindacati, il prossimo anno i supplenti potrebbero arrivare a 250 mila. A motivare l'impennata oltre alle ragioni storiche anche un disallineamento tra posti vacanti e assunzioni autorizzate

Saranno più di 250 mila, secondo i dati forniti dai sindacati a Ansa, gli insegnanti precari su cui si reggerà la scuola italiana tra meno di un mese, alla riapertura. Un nuovo record che conferma il trend in crescita costante negli ultimi sette anni: più 72 per cento. Dai 132 mila supplenti del 2017/2018 ai 232 mila dello scorso anno.

 

A motivare l’impennata dei precari concorrono più ragioni. Da un lato, la scarsa programmazione per il reclutamento dei docenti che va avanti da anni, gli investimenti sotto la media Ue nel settore dell’istruzione, scelte politiche che non prendono in considerazione chi la scuola la vive tutti i giorni. Dall’altro lato c’è «un disallineamento tra le assunzioni programmate, il contingente autorizzato e quelle che sono poi le assunzioni effettive. Avremo quindi un nuovo record di supplenti, con l'assurda situazione che il ministero dell'Istruzione ha accantonato 20 mila posti per il concorso di ottobre, ma ancora non si è concluso il concorso 2023 e ci sono idonei nel concorso 2020», spiega Gianna Fracassi, segretaria della Flc Cgil.

 

Il fatto che il ministro dell’Economia e delle Finanze non abbia, infatti, autorizzato le assunzioni per tutti i posti disponibili già da settembre, in attesa dei risultati di un futuro concorso che dovrebbe svolgersi per rispettare le scadenze del Pnrr, «determinerà, in molte regioni, la mancata assunzione in ruolo dei docenti inseriti nelle graduatorie dei concorsi ordinari», chiarisce anche Giuseppe D'Aprile, segretario della Uil scuola, riferendosi al fatto che su 62.393 posti vacanti disponibili, ne sono stati autorizzati per le immissioni in ruolo già da quest’anno solo 45.124, inclusi quelli per il sostegno.

 

In questo modo, appunto, i posti rimasti liberi saranno dedicati a chi supererà i prossimi concorsi per docenti. Ma visto che questi sono in ritardo (ancora gli insegnanti che sono idonei dopo aver superato la prova del 2020 aspettano d’essere immessi in ruolo), nella realtà di tutti i giorni la scuola andrà avanti grazie a migliaia di precari, a discapito della continuità didattica per migliaia di studenti. Grazie all’impegno delle segreterie scolastiche. Anche loro « ridotte ai minimi termini. negli ultimi anni sono stati tagliati oltre 50mila posti», ricorda il presidente Anief Marcello Pacifico: «Mentre con la gestione dei progetti derivanti dal Pnrr, si moltiplicano le incombenze lavorative».

 

Ad accrescere il caos a cui le istituzioni scolastiche cercano di non soccombere ogni giorno, ci sono anche i nuovi percorsi abilitanti. Corsi pensati dall’ex ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi, attuati dall’attuale Giuseppe Valditara, che nelle intenzioni avrebbero dovuto formare i docenti e sveltirne le assunzioni. Ma che nella pratica, come già spiegato da L’Espresso, stanno generando più confusione che benefici. Sono partiti in ritardo, a ridosso delle vacanze estive, non in tutte le regioni e non per tutte le classi di insegnamento. Costano dal 1.600 ai 2.500 euro in base ai cfu da conseguire: cifre che non tutti i precari possono permettersi.

 

Per chi dovrà acquisire 60 crediti, le lezioni dureranno fino a dicembre 2024 impedendo lo svolgimento dell’attività lavorativa allo stesso tempo. Inoltre, come denunciano più insegnanti, nelle provincie in cui sono uscite le graduatorie provinciali, chi non ha conseguito l’abilitazione è sceso anche di 1000 posizioni in alcuni casi, superato da chi invece l’abilitazione l’ha conseguita. Di fatto vedendo ridotte di tanto, se non del tutto, le possibilità di lavorare.