Economia
25 agosto, 2025In tutto il 2024, a fronte di 72,3 miliardi accertati nel 2024, i versamenti effettivi al fisco si sono fermati a 12,8 miliardi. I controlli fiscali sostanziali hanno riguardato appena l'1,4 per cento dei contribuenti con attività imprenditoriali
Pochi incassi, pochissimi controlli. Secondo i dati diffusi dalla Corte dei conti, la lotta all'evasione sembra avere le armi spuntate. Nel 2024, l'attività di monitoraggio del fisco è stata molto limitata e, anche quando ha portato alla scoperta di evasione, si è tradotta in incassi ridotti.
A fronte di 72,3 miliardi di euro di evasione fiscale accertata, la quota effettivamente recuperata si ferma a 12,8 miliardi, pari al 17,7% del totale. Ancora più critica è la situazione delle cartelle esattoriali, che hanno un incasso fermo al 3,1% rispetto ai 40,7 miliardi di importi accertati. Secondo i magistrati contabili, a pesare sul fenomeno è l'aspettativa diffusa di future sanatorie, che spinge molti contribuenti a rimandare i pagamenti, confidando in condoni successivi o nella possibilità di eludere l’azione esecutiva dello Stato.
Ancora meno credibile come deterrente è lo spauracchio di controlli e ispezioni. Stando alla relazione della Corte, i controlli sostanziali – quelli che prevedono accessi diretti oltre alla semplice verifica documentale – hanno interessato soltanto l’1,4% dei contribuenti titolari di attività imprenditoriali, professionali o autonome. Su circa nove milioni, poco più di 129 mila hanno ricevuto la visita degli ispettori fiscali. In media, viene controllato un contribuente ogni settantuno: tenendo questo ritmo, settantuno sono anche gli anni che servirebbero per verificare tutti.
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